Di Pete Dexter avevo già letto
Amore Fraterno e
Spooner e ne ero rimasto assolutamente estasiato come potete leggere
qui.
Sfortunatamente non è sempre oro che si estrae dalla stessa miniera. In
Un Affare di Famiglia Dexter continua la sua tradizione di creare personaggi che non riescono a dire tutto, che non sanno cosa dire anche se sono certi che vorrebbero dirlo, che agiscono costretti dalle spire di una ragnatela che li obbliga a seguire solo certi passaggi. Solo che questa volta perde il filo del racconto, volutamente o meno non lo so, ma ciò che resta è incompleto. Spooner era un libro enorme, questo si conclude in circa 200 pagine e per tutto il tempo attendi che emerga un minimo di senso delle cose e non succede, e così da un lato le pagine sono troppe, dall'altro sono poche.
Certo, anche in
Amore Fraterno e ancor più in
Spooner c'era un'insensatezza continua nelle azioni che ti faceva venire nervoso e ti ritrovavi a dire stretto fra i denti "Dillo cazzo, dillo" oppure "Reagisci". Ma là questo sistema di mancanza era la struttura stessa, qui invece è come fosse semplicemente lì, senza sorreggere nulla. Peccato.
Nonostante tutto, si conferma tranquillamente che Dexter è uno scrittore d'eccellenza, capace di tratteggiare una storia come pochi altri, nel tipico stile asciutto e spaesato dei grandi romanziari statunitensi. Uno scrittore duro che, se non lo leggete, potrebbe anche tirarvi un cazzotto sul naso. O forse se ne sbatterebbe i coglioni, tanto ci perderemmo noi.
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