Per questo libro potrei ripetere ciò che già dissi per i
Racconti di Pioggia e di Luna di Akinari, è una cultura estremamente differente dalla nostra e questo può essere un ostacolo. I racconti sono carini, sono ben scritti, ma c'è un'assenza di
senso che mi lascia stranito. Nella maggior parte non c'è una morale, uno scopo, alcune storie proprio raccontano dei meri fatti. Solo "La scena dell'Inferno" mi ha fatto intuire un certo tipo di messaggio ma anche questo è strano, inquietante, come dire... "perturbante": il pittore Yoshihide acquista credito agli occhi del mondo solo dopo la tragedia, e il messaggio non contiene la morale che la gente sia cattiva, o che il male impera sul bene, o che so io. C'entra un influsso maligno nelle sue scelte? C'è lo zampino di qualche accordo divino che trasforma Yoshihide in una specie di Giobbe? Non si capisce, si può intuire dai suoi sogni ma nulla in più viene detto o lasciato intendere. Non c'è quasi mai giudizio etico, la morale non trova posto in Akutagawa che predilige l'aspetto descrittivo e fattuale, la cronaca sterilizzata dall'ideologia. Con i suoi pro e i suoi contro.
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