La conquista della spazio come avrebbe dovuto avvenire. La conquista dello spazio come sarebbe avvenuta se l'umanità avesse più testa. La conquista della spazio come sarebbe avvenuta, se vivessimo in un romanzo. Clarke scrive nel 1947 non sapendo che 22 anni dopo l'uomo sarebbe veramente andato sulla luna, ma senza tutta quella collaborazione internazionale. Anzi, sia nello spazio (i russi) sia sulla luna (gli americani) ci siamo andati proprio in forza delle diatribe internazionali!
Clarke è magistrale nell'uso della parola, e il sentimento di grandiosità che riesce a delineare è perfetto. Tutti, tutti si rendono conto che siamo di fronte a un punto di svolta. Anche chi legge. E guardiamo, poi, con occhi differenti alla leggendaria impresa dell'Apollo.
Tuttavia in Clarke l'andare sulla Luna è il primo passo. Noi sfortunatamente ci siamo quasi fermati a quello. Dopo svariate passeggiate sulla Luna ci siamo di colpo fermati, ed ora sono le sonde che fanno il lavoro sporco.
Dopo ciò che abbiamo fatto, a leggere questo libro ci resta un po' di amaro in bocca perché abbiamo perso un'occasione. E non solo riguardo allo spazio, perché - come già in
Uomo Più, di Frederik Pohl, la fantascienza sapeva già molto meglio che i politici che la conquista dello spazio avrebbe potuto aiutare il dialogo fra le nazioni.
Cosa ci manca?
Niente, non ci manca niente. E' che siamo uomini, e siamo fatti così: siamo inconcludenti.
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