Stato lettura: LIBRO CONCLUSO IL 13/05/2016 Voto:
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Il procuratore della Giudea, titolo originale Le procurateur de Judée, è un racconto del 1902, che fino all'anno 1920 è sempre stato isolato tanto da presentarsi solo in edizioni numerate, di rara bellezza e grande pregio.
Dopo il premio Nobel del 1921 il libro ebbe una qualche diffusione, poi, di nuovo, il silenzio.
In Italia il libro fu riscoperto da Leonardo Sciascia, che lo tradusse e lo fece pubblicare da Sellerio nel 1980, nella appena nata collana "La memoria", corredato da una sua "nota".
Il racconto è, come lo ha definito Sciascia, "un'apologia dello scetticismo" e narra dell'incontro di Ponzio Pilato oramai vecchio, con un altrettanto vecchio amico che ospitò nella Provincia da lui amministrata, il protagonista del racconto appunto, Elio Lamia. Parlando di politica romana e di ebrei, di divinità e Dio, il racconto si chiude con una domanda: "Gesù, ti ricordi di quest'uomo?" e la risposta di Ponzio Pilato "no, non lo ricordo" conclude il racconto alla luce dell'amore cristiano.
Il racconto è basato sui dati storici tratti da classici, come gli Annali di Tacito, libro terzo o la Guerra Giudaica di Flavio Giuseppe.
Vabbé che dire. Soggetto originale. Scrittura magistrale. Però sono una decina di pagine. Intrigante sicuramente la trama, il soggetto, l'idea di un Ponzio Pilato che da vecchio pensionato ricorda i suoi tempi coi terribili giudei è una grande idea. E ancora più è grande perché non si ricorda di quel tale Gesù il Nazareno. Ma troppe poche pagine, e in effetti però non potevano essere di più perché tutto ruota attorno a quell'ultima riga. Da leggere pro-forma, ma difficile da giudicare bene. Magari l'idea sarebbe stata interessante in un contesto più ampio, per poter strutturare meglio la narrazione.
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