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Sholem Aleichem racconta la storia d'amore tra due ragazzi, Shimek e la sua nipotina coetanea Buzi, che vive con lui e i suoi genitori dopo la morte del padre. A scuola Shimek apprende il Cantico dei Cantici di Re Salomone, e quelle parole d'amore, ripetute ogni giorno, lo legano ancor più alla dolce Buzi, sua compagna di giochi e di fantasie infantili, che diventa quasi una cosa sola con la Shulamith del Canto. Ma il tempo circolare che i due ragazzi vivono come un ciclo che si ripete, da Pesach a Pesach, si interrompe quando Shimek lascia la casa paterna per studiare in città. Solo una lettera del padre con l'annuncio del fidanzamento di Buzi risveglia l'affetto di un tempo e Shimek torna a casa nello shtetl, per trovare tutto come prima. Quasi.
Uno piccolo romanzetto che racconta "Un amore di gioventù in quattro parti". Cito da InternetBookShop:
È attraverso le parole del "Cantico dei Cantici" che Shimek ha sempre pensato a Buzi, la nipote quasi coetanea che è stata accolta in casa dopo la morte del padre. Shimek e Buzi sono cresciuti insieme, insieme sono andati al tempio per la celebrazione delle cerimonie rituali e insieme hanno fatto lunghissime passeggiate in cui, nascondendo a Buzi la sua passione, Shimek le ha raccontato storie meravigliose. Partito per la grande città Shimek torna per scoprire che Buzi sta per sposare un altro e che non gli potrà mai appartenere. A Shimek non resta che ricominciare a raccontare la storia dall'inizio. L'evocazione di questo amore, unisce in una sola, brevissima vicenda, la felicità più acuta e il senso di una perdita inguaribile.
Il libro è particolarmente bello perché delicato, con molte citazioni dall'omonimo libro dell'Antico Testamento che, per chi non lo conosce, è semplicemente (alla faccia di Dio e dei suoi preti e papi) un dolcissimo e sensuale canto d'amore. Nel rapporto tra Shimek, Buzi e il Testo Sacro riusciamo a fuggire il persistente antisemitismo che accompagna inesorabilmente ancora l'Uomo Europeo ed abbiamo l'opportunità di dare uno sguardo su questo popolo così moderno ma così antico e sul loro splendido rapporto col Sacro e con Dio, un rapporto di amicizia che noi non conosciamo perché sempre mediato dal "porporato".
Sfortunatamente ho sempre trovato difficoltà a convincere qualche amico affinché lo leggessero: è piuttosto difficile che l'arte riesca a superare i pregiudizi e la stupidità.
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