Stato lettura: LIBRO CONCLUSO IL 04/03/2007 Voto:
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"L'immoralista" e "La porta stretta" sono due romanzi di ammirevole fattura stilistica che affrontano, da punti di vista differenti, lo stesso problema: nel primo l'esigenza di autorealizzazione di Michel e il suo nichilismo finiscono per uccidere la giovane moglie; nel secondo, Alissa percorre l'opposta strada della rinuncia e dell'ascesi spirituale fino ad annullarsi nella morte. La contraddizione tra le due opere rispecchia esemplarmente il conflitto interiore di Gide e il loro senso finale sembra essere che tanto l'immoralismo, quanto la virtù conducono alla dannazione dell'aridità. Saggiamente, lo scrittore rinuncia a risolvere il contrasto optando per l'ambiguità.
L'immoralista è chi è immorale, colui che si si trova di colpo, volente o nolente, non contro, bensì oltre la sfera della moralità e si accorge di questa sua "mancanza". Mancanza che è la mancanza della diversità, non quella della inferiorità. L'immoralista non si sente inferiore, malato; si sente diverso... diverso da tutto. Vabbé, leggetelo, io l'ho fatto varie volte, ed è sempre diverso!
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