ATTENZIONE: Le mie recensioni possono contenere indicazioni su trama e conclusione, il cosiddetto "spoilerare". Sapere come un libro finisce lo reputo ininfluente, quindi sappiatelo.
Un giorno la dodicenne Helga torna a casa da scuola e trova la madre che prepara la valigia. Poco dopo il padre la porta via. Questo libro inizia in questo modo brusco, e sbrigativo, ma per riflettere lo stato d'animo di Helga, che non comprende cosa stia accadendo. Helga non capisce dove vada sua madre, ma pian piano lo scopre. Sua madre ha origini ebree, ed è stata mandata in un campo di lavoro. Comincia l'odissea di Helga, il cui padre pian piano vede in lei solo i tratti della madre, i tratti ebrei, e se ne stacca pian piano. La permanenza dalla zia, fortemente antisemita. Il viaggio, ispirata dalla bravissima suor Teresa, alla ricerca della madre, viaggio che invece diverrà una discesa negli inferi del campo di lavoro, dove Helga entrerà quasi per scelta e la cui esperienza la aiuterà a ritrovare la sua identità ebraica e l'orgoglio di essa, a differenza di molto altri che da quell'esperienza usciranno con la sensazione che, alla fin fine, ad annientarli avevano ragione.
Un libro triste, ovviamente, ma scritto molto bene e da leggere, se non per il fatto che è un bel libro, almeno per un motivo etico.
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