Arnaud Rykner
Letto. Terribile. Ma terribile per la vicenda che tratta. Il libro è scritto molto bene, e non è neppure tanto grosso per cui lo si legge velocemente, riuscendo così a non annoiare anche se si tratta di una vicenda che si svolge interamente in un vagone. I deportati (non solo ebrei, si badi, partigiani in genere) vengono caricati nel vagone, e lì dentro comincia il racconto, racconto romanzato, ma la cui vicenda è fondata su testimonianze diretti di gente che dentro a quel treno ci è proprio stata. Gente che ha patito l'orrore di vedere la follia del caldo e dell'arsura tramutarsi in violenza, che ha visto morire il proprio vicino di stenti, e che in quel vagone, con quei morti, ci è comunque dovuta restare per ore e ore. Caldo insopportabile - si parla di luglio! - aria che non gira, inizialmente stipati come sardine che non riescono neanche a muoversi, senza cibo ed acqua, basta mezza giornata in quell'inferno senza finestre e senza ricircolo di aria, asfissiati e devastati, che impazziscono. In 3 giorni si modificano, cambiano, da uomini a... non si sa bene cosa. E i tedeschi con la loro perfetta follia devastatrice sullo sfondo: tanti ne hanno richiesti, tanti ne devono arrivare a destinazione, quindi anche se morti. E così il primo vagone sarà quello dove verranno ammassati tutti i cadaveri, vagone che essendo in testa lascerà la sua scia di puzzo di putrefazione in tutti i vagoni a seguire dove, al buio, sconfitti, umiliati ed condannati, i sopravvissuti attendono con terrore l'arrivo nel terribile campo di Dachau, dove termina il romanzo.
Questo libro lo consiglio vivamente. Al giorno d'oggi troppe volte si parla di negazionismo, e troppe voci si sentono che criticano gli ebrei perché "non è possibile" che ne siano morti così tanti. Invece è possibilissimo. I nazisti hanno avuto molti anni a disposizione. Il punto è che comunque siano stati 6 milioni, o 5, o 4, o 3, alla fin fine farebbe qualche differenza? Non è stata tanto l'uccisione, l'abominio è che questa è scaturita da un piano. E' stata sistematica, e mirava a distruggere oltre che il popolo ebreo, anche la loro personalità, la loro umanità. Quel crimine è immenso sia per i numeri, sia per le modalità di esecuzione. Non accetterò mai alcun discorso anche seppupr minimamente "negazionista". Sarò dalla lor parte sempre, perché hanno patito ciò che non è neanche minimamente possibile immaginare. In questo libro (che per inciso non parla solo di deportati ebrei) c'è il racconto veritiero di una vicenda qualsiasi di deportazione. Breve e conciso, non vi prenderà tanto tempo; ma riuscirà sicuramente a farvi capire anche solo un po' cosa hanno passato. A che livello di ignominia sono (e siamo) giunti.
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Il Vagone
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