Inizio col botto: un'astronave per un guasto ai sistemi automatici di navigazione subisce dei danneggiamenti e fa un disastroso atterraggio di fortuna in un pianeta ignoto ma abitabile. Qui comincia il libro, con il rottame ancora fumante, i primi accampamenti di fortuna eretti per ricoverare i feriti e censire i morti mentre si lavora incessantemente tra le lamiere per recuperare i dispersi. La nave è mal messa, i morti tanti e i feriti pure, il pianeta è ignoto come pure la sua posizione all'interno della galassia, e la prima cosa da fare e cercare di capire se la nave potrà essere aggiustata, alquanto improbabile. Ci troviamo subito a confrontarci col sospetto che i sopravvissuti dovranno restare in un pianeta ignoto dove mai arriverà una missione di salvataggio. Brutale è dire poco.
La Bradley è molto brava a destare un senso di abbandono sul pianeta ignoto e a creare un'atmosfera di mistero come pure è stata brava a creare questo strano mondo circondato da montagne ghiacciate tra le quali solo una valle, sebbene grande, permette la vita nonostante un clima rigido e imprevedibile. Il vento della follia può far pensare ad elementi magici come pure i già da subito emergenti poteri psichici, tuttavia non sono preponderanti come si può pensare e la base fisiologica mantenuta dalla Bradley riesce a non far cadere (del tutto) il romanzo nella categoria "fantasy" per la quale non nutro grandissima attrattiva.
Alcune cose non mi sono piaciute: innanzitutto, si parte subito con una tormentata storia d'amore, cosa che ormai è un cliché di qualunque romanzo pare, ci stava ma magari più avanti nella storia, non subito; in secondo luogo l'introduzione, inizialmente sospettata, degli alieni non è gestita molto bene perché Bradley li inserisce in un contesto quasi magico ricadendo quindi in quell'ambito fantasy che a me non fa molto piacere. Il tema era fantastico, l'ambientazione anche, la trama base della storia sarebbe stata fantastica se però fosse rimasta nell'ambito della fantascienza ossia di quel che esiste e di quel che potrebbe esistere e probabilmente esisterà; nel momento in cui pone come elemento chiave dell'evoluzione della storia alieni telepatici e cose simili perde un po' di attrattiva, peraltro caratteristica che diventa più pronunciata nel finale e che - vedasi il paragrafo seguente - getta le fondamenta per il futuro del ciclo. Ho atteso tutto il tempo l'arrivo dell'inverno per capire come poteva essere, questa climatica minaccia brutale paventata per molte pagine, per scoprire solo alla fine che non arriva o meglio viene completamente ignorato da Bradley, cosa che mi ha urtato parecchio.
L'idea del romanzo sarebbe stata fantastica per reggere un tomo unico di 400 pagine incentrate sulla colonizzazione. Partire con la nave stellare ancora nello spazio per descriverne l'incidente; prime visioni fumose del pianeta, con l'enorme gigante rossa sospesa come un occhio malvagio; atterraggio in tutto il suo dramma; tentativi di recupero dell'astronave con la scoperta che il pianeta è povero di metalli gestita un po' più lentamente (Bradley la risolve subito in quattro e quattr'otto); magari sistemazione di una piccola navicella, o un satellite, che permettesse un'occhiata in alta quota del pianeta con la sua enorme distesa di ghiaccio e la fascia vivibile così piccola e indecisa; gestione delle stagioni, con un approfondimento sul progressivo arrivo del terribile inverno e la decimazione della popolazione; rapporti con la fauna locale, che in pratica Bradley non tratta neanche passando dalla prima scoperta all'allevamento in poche righe; più approfondimento sulla flora, che viene sbrigata anche questa con alberi grandi, edera velenosa e il polline allucinogeno. Insomma, un po' più di calma e più rispetto dell'idea iniziale (atterraggio di fortuna su un pianeta sconosciuto fuori dalle rotte terrestri, senso di abbandono) che invece è utilizzata solo per fondare il
ciclo. Peccato. Non ricordo bene ma mi pare che il suo
Universo Infinito avesse a mio avviso le stesse debolezze.
La brevità del romanzo permette comunque di sorvolare su queste piccole sbavature che però, si badi, fa parte di un ciclo, il
Ciclo di Darkover appunto: sebbene non ne sia il primo libro pubblicato, è il primo nella cronologia di Darkover. Sappiate che comunque può essere letto da solo. Non so se leggerò gli altri, mi pare di capire devii più massiciamente verso il fantasy con un'evoluzione umana in stile feudale (tipica del fantasy) e incentrando ancora di più il tema principale nei poteri para-psichici. Comunque, per gli interessati, trovate di seguito la lista dei libri seguendo la cronologia (o come si dice oggi la
timeline) di Darkover, suggeritami da Copilot.
Epoca |
Titolo |
Note |
Colonizzazione |
Naufragio sulla terra di Darkover |
Inizio della colonizzazione terrestre |
|
La signora delle tempeste |
Prime generazioni dopo l’insediamento |
|
Il sapiente di Darkover |
Consolidamento della società |
Età del Caos |
La caduta di Neskaya |
Inizio delle guerre psichiche |
|
La signora di Hastur |
Lotta per il potere |
|
I figli di Hastur |
Evoluzione delle casate |
|
La catena spezzata |
Ribellione contro le caste |
|
La spada incantata |
Fine dell’Età del Caos |
Età dei Comyn |
La torre proibita |
Riforme sociali e lotte interne |
|
La città volante |
Avanzamento tecnologico |
|
L’esilio di Sharra |
Conflitti con poteri antichi |
|
I signori di Darkover |
Consolidamento del potere dei Comyn |
Contatto con la Terra |
Ritorno a Darkover |
Ritorno dei terrestri dopo secoli |
|
La donna del falco |
Integrazione e tensioni |
|
La sfida di Darkover |
Scontro tra culture |
|
La vendetta di Sharra |
Conflitto finale con le forze psichiche |
|
La legge di Darkover |
Nuovo equilibrio tra Darkover e la Terra |
Questo sito l'ho realizzato io e quindi è proprietà intellettuale mia e non ne concedo alcuna autorizzazione.
Visitando il sito si sottintende la presa visione della Privacy policy
CONTATTI: info[at]bostro.net
Aggiornamenti via | Torna in cima