Un Hemingway completamente diverso. Intimo, innamorato, confidente, pacato, e morente. Ma è Hemingway, il colonnello Richard, o chi? In Hemingway non c'è mai una risposta: se è vero che i suoi romanzi sono spesso in parte autobiografici, sono comunque romanzi e non si sa mai dove metterlo. Hemingway potrebbe anche essere il misterioso e solitario e curioso romanziere butterato che compare al Gritti, o uno dei giornalisti bellici che tanto infastidivano il Colonnello, ma non tutti - come dice lui stesso. Un Hemingway che passeggia per Venezia mano nella mano ripetendo di continuo "Ti amo" alla sua Renata fino quasi allo sfinimento, o che si perde in continue e quasi inutili se non stupide conversazioni d'amore senza senso. Ma è Hemingway, è sempre lui. Magnifico, eroico, tragico e scontroso. Più difficile degli altri suoi libri perché se ne discosta vistosamente, ma sempre un pezzo del mosaico che compone la personalità di uno degli scrittori più grandi di sempre, un avventuriero nato nell'epoca sbagliata, o forse in quella giusta ma solo per noi.