Con un gran lavoro di ricerca delle fonti che devono essere state per nulla facili, dato che anche Wikipedia americana è piuttosto parca di notizie, Pete Dexter crea un romanzo che ha per protagonista Deadwood utilizzando fatti e personaggi realmente esistiti. Bullock, Swearangen, Hickok, Charlie Utter, Calamity Jane, il pastore semi-pazzo, il regista di teatro, tutti quanti realmente esistiti. Differentemente però, ad esempio, da
Maurensig che prese la vita (o un pezzo) di Morphy o di Alekhine e creò una storia totalmente inventata, Dexter semplicemente romanza la realtà, aggiungendo abbellimenti ma restando nella realtà. Ne esce un romanzo crudo, che ci mostra com'era dura la vita reale a Deadwood e nel West ancora incontaminato, senza giustizia, dove i cattivi la fanno franca e i buoni del resto non sono neanche così buoni e pure i cattivi a volte non sono così cattivi, dove non c'è morale perché le cose accadono e basta perché, se manca la legge, tutto è permesso e questa diventa l'unica legge da accettare e sopportare.
E' un libro strano che sa di romanzo ma non lo è, che sa di avventura ma non lo è, che sa di riscatto ma non c'è mai, che sa di giustizia ma giustizia non c'è mai. E' un libro dove il tempo passa sempre più velocemente cancellando un periodo che nel bene e nel male è stato epico.
Quel senso di cambiamento continuo e perdita e ingiustizia ma privo di qualsiasi giudizio mi ha ricordato tantissimo quel sentimento di nostalgia che mi aveva evocato il magnifico "Il ponte sulla Drina" dove protagonista è il tempo che passa privo di qualsiasi morale, di qualsiasi indugio, di qualsiasi interesse per le vicende effimere degli uomini, privo assolutamente di qualsiasi ingiustizia e mentre avanza schiaccia, calpesta e rade al suolo tutto in modo che qualcos'altro possa nascere dalla sua devastazione.
E' l'ultimo libro di Dexter che mi mancava, ora di questo grandioso autore ho letto tutto. Peccato che abbia scritto così pochi romanzi ma forse è il segreto che permette a ogni suo romanzo di essere un gioiello. L'idea di non leggere mai più nulla di Pete Dexter per il resto della mia vita mi angoscia ma allo stesso tempo mi fa sentire all'interno di un suo romanzo.
A Deadwood è ancora sotterrato Wild Bill Hickok, a fianco della sua tomba si trova quella di Calamity Jane riconoscibile per il cippo con sopra un vaso. Charlie Utter incise sulla lapide il suo personale saluto al suo amico Bill: "Pard, we will meet again in the happy hunting ground to part no more. Good bye" - "Pard [secondo me intraducibile], ci rincontreremo ancora in felici terreni di caccia per non separarci mai più".
Dopo la morte di Hickok e un incendio che distrusse Deadwood, Utter viaggio per il paese fino a trasferirsi a Panama dove aprì delle farmacia e dove agli inizi del '900 fu rintracciato da una giornalista che ne scrisse una biografia. A Panama morì nel 1915.
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