La cittadina di Bull Mountain è sotto il controllo di una famiglia di trafficanti di alcol e droga, la famiglia Burroughs. Uno dell'ultima generazione però decide di slegarsi da questo destino e diventa lo sceriffo della città.
ATTENZIONE: Le mie recensioni possono contenere indicazioni su trama e conclusione, il cosiddetto "spoilerare". Sapere come un libro finisce lo reputo ininfluente, quindi sappiatelo.
Un grazioso libretto pieno di drammi sociali, sconfitte personali, storie di famiglia e tragedie, si legge bene, anzi tende a tenere incollati alle pagine ma tutto ciò lo fa con in mente non la letteratura ma le - aimè oggi così di moda - serie TV. Capitoli brevi continuamente stravolti cronologicamente o spazialmente a creare flashback o antefatti concisi e accennati che mirano a dare un assaggio di comprensione degli eventi contemporanei. La suspense c'è ma non è molto velata e si intuisce subito dove l'autore vuole andare a parare lasciando nel mistero alcune vicende quali, ad esempio, le motivazioni del detective del FBI Simon Holly che già alla sua comparsa "puzza" e neanche a metà si intuisce subito cosa voglia o meglio perché. Sparatorie, assassinii, pestaggi, violenze, droga e morta piovono dal cielo quasi quanto le gocce di pioggia durante una tempesta tanto che ti chiedi "Ma questa Bull Mountain non è che per caso si trova in Afghanistan?" e inserisci i biker violenti e tatuati è la ciliegina sulla torta per dare il contentino a tutti quelli che in questi anni si sono comprati le magliette di Sons of Anarchy.
Pensavo che mi sarei trovato di fronte a un classico titolo di narrativa americana, e invece mi sono trovato di fronte la versione montana e rurale di Andrew Peterson.
Ripeto, un bel libro che si fa leggere in poche ore ma non aspettatevi un Romanzo Americano con le maiuscole: è un romanzo da edicola, e basta.
P.S.: il finale è talmente assurdo che chiamarlo ingenuo è fargli un gran complimento.
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