Stato lettura: LIBRO CONCLUSO IL 29/11/2018 Voto:
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Insieme hanno affrontato una missione pericolosa nella Germania dell'Est poco prima del crollo del Muro, quando tutti, inglesi, russi, francesi, americani, si affrettavano a vendere e comprare tecnologia per la difesa (o l'attacco?) per essere pronti ad affrontare il seguito della Guerra Fredda. E adesso che i suoi due vecchi compagni, Ken il Rosso e Dex, hanno bisogno di lui, Nick Stone non sa dire di no. Il piano, per i suoi due amici, è semplice: in un magazzino a Dubai si trovano, praticamente incustodite, due porte d'oro che Saddam Hussein si è fatto costruire prima della seconda guerra del Golfo. Si tratta di rubarle e consegnarle su una pista d'atterraggio al misterioso committente del furto. Qualcosa però va storto e i due ci rimettono la vita. Solo Stone si salva e decide di vendicare i suoi amici, anche per placare il senso di colpa per non aver saputo proteggerli. Inizia così un'indagine durissima, che lo porterà nel cuore di una cospirazione internazionale, aiutato solo da un'avvenente giornalista russa d'assalto.
Un altro libro di McNab che, rispetto ad altri suoi romanzi, non mi ha proprio pienamente soddisfatto. È come se tentasse di essere più cinematografico, aggiunge azioni di continuo e vengono a mancare i fantastici momenti morti in cui lui era magnifico, ad esempio quando fa gli appostamenti infilato dentro un cespuglio, cagando in un sacchetto, mangiando barrette di cioccolata, vestito con un bomber e un orologio da pochi euro digitale al polso. Qui invece è tutto un viaggiare, nel giro di pochi giorni passa da Londra a Dubai, poi Londra di nuovo, quindi Iran, da qui a Mosca, tutto in pochi giorni che pare che i fusi orari non esistano e lui non abbia bisogno né di mangiare, né di bere, né di cagare, né di pisciare, né di dormire, né di sedersi e via dicendo. Si incasina lui stesso tant'è che il finale, per sistemare tutte le storie in sospeso, è molto frettoloso. Non è che il libro sia brutto, anzi è avvincente e tiene attaccati alle pagine, ma la frenesia dell'azione si scontra veramente troppo con la capacità di concentrazione del lettore, ancora più messa a dura prova, con storie così, da quella cazzo di abitudine che ha McNab di inserire capitoli alla cazzo. Non capisco il senso: la stessa identica azione, dall'inizio alla fine, è spezzata ogni due o tre pagine da un capitolo numerato che assolutamente non ha alcun senso. Oltretutto i suoi romanzi non sono neanche tanto breve da richiedere, per necessità editoriali, queste pause che creano spazio bianco nella pagina, per cui non capisco proprio perché il suo editore, in revisione, non glieli faccia togliere. Comunque bellino, si fa leggere.
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