Un reportage giornalistico di prima mano scritto da Grossman con testimonianze dirette subito dopo la liberazione del campo di concentramento nazista di Treblinka ad opera dei russi.
ATTENZIONE: Le mie recensioni possono contenere indicazioni su trama e conclusione, il cosiddetto "spoilerare". Sapere come un libro finisce lo reputo ininfluente, quindi sappiatelo.
Un libretto di poco meno di 40 pagina, denso e commosso, molto forte, potente, crudo. Un lungo articolo di giornale, direi, ben scritto, che narra la "scoperta" di cosa fu realmente Treblinka, con le parole di Grossman che col carro le cui ruote scricchiolavano sulla strada fatta di cenere d'uomo, entrò a Treblinka con l'Armata Rossa. Un canto commosso a una vergogna assoluta dell'umanità, paradossale è che lievi si inseriscano tra le righe alcune lodi alla salvezza portata dai russi, tranne che poi Grossman stesso dovette subirne la scure.
Attenzione, comunque: non è un libro. E' un lungo articolo di giornale, bello e d'altri tempi, ma comunque un lungo articolo.
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