Lethem è un cantore della solitudine dovuta all'abbandone, della solitudine come mancanza di qualcosa che c'era o che doveva esserci, di solitudine come perdita irreparabile e anche di solutidine come ricerca continua e sostanzialmente inutile. E' un maestro in questo ambito, non ho mai trovato uno che come lui riuscisse a piegare tutto al fine di mostrare l'ineluttabilità di questa mancanza nel romanzo, e nel protagonista. Un amico, un padre, un cane, tutto può condurre a una ferita. Nei libri di questo scrittore tutto si piega a sottolineare, rimarcare e mantenere il senso di mancanza: le altre persone, le città, la natura, persino la realtà come nell'anello magico della Fortezza della Solitudine. Così è in tutti gli altri
Libri di Jonatham Lethem che ho letto, e così è in questo libro. Ciò che manca qui è ovviamente la famiglia: Lionel Essrog è un orfano. Ma Frank Minna gli dà voce, come dà voce e nome al suo sistema di tic, la Sindrome di Tourette che domina tutta la imponente narrazione. A Lionel manca tutto: gli manca Minna, che muore nelle prime pagina del libro; gli mancano amici; gli mancano colleghi di lavoro, ovvero "una banda"; gli manca che qualcuno degli Essrog cui telefona gli dica qual'è la verità della sua nascita. Ciò che manca a Lionel è una nascita, una causa di cui lui sarebbe l'effetto. Tutto questo serve a costruire la incredibile vicenda in stile "noir" di questo romanzo secondo me incredibilmente elaborato. Chi dice che Lethem non è troppo difficile, secondo me non lo capisce più di tanto.
Finale che lascia un po' perplesso ma cosa aspettarsi da un libro narrato da un panzone afflitto dalla Sindrome di Tourette che è solo come un cane?
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