Tre persone in viaggio stellare si risvegliano in un pianeta strano che pare la terra a metà dei primi giorni di creazione narrati nella Genesi, e scoprono che, quasi per assurdo, in quel pianeta la parola può creare le cose, come se loro fossero degli dei. Ma cosa potrà creare la mente umana se dotata di questo potere?
Un libro veramente difficile. Perché? Perché lo è, sicuramente. Se avete letto l'introduzione, e pensate stessero esagerando con le lodi di questo libro, sappiate che vi sbagliate. E' proprio così. Molti miti sono ripresi e rielaborati, ed introdotti in un libro che è un misto di fantasy, di fantascienza, di narrativa, e ciò che resta di loro è il significato. Vediamo così i cicli di rinascita e morte tipici delle mitologie antiche, i cicli epici e gloriosi tipici delle saghe nordiche, incrociamo lo sguardo con i miti dell'analisi psicoanalitica di Jung, e ripercorriamo i passi di Sigfrido nella sua ricerca di Brunnhilde. I dialoghi a tratti sono dotti, non pesanti però: la epica antica è ora rielaborata ai nostri giorni, per integrarsi in un nuovo ambiente. A me è rimasto il dubbio su cosa fosse, nella realtà, la nebbia, ma penso che questo dubbio dovesse, anche nelle intenzioni degli autori, restare, a figurare semplicemente, e niente di più, che il Sacro. Un gioiello.
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