Stato lettura: LIBRO CONCLUSO IL 11/04/2012
Bello questo libro di McNab. Lo ammetto, ho letto tutti i suoi libri, anche se sono classificabili benissimo come "romanzetti". Quello che mi piace di Nick Stone è che è un antieroe. Spesso e volentieri, nei piccoli particolari, lui fallisce: perde ore a preparare un sistema di mine che poi non funziona; spreca tempo a fare foto di un locale prima di una perquisizione, che poi crolla dopo pochi minuti perché viene scoperto; i suoi corpo-a-corpo non sono speciali esibizioni di arti marziali, sono lotte prettamente animali con morsi, urla, e sangue. Sotto questo aspetto, sebbene i suoi elaborati piani nei particolari falliscano, lui alla fin fine ne esce. Perché? Perché è bravo, sveglio, attento, e "professionale".
Nei suoi libri la figura dell'agente diventa una professione a tutti gli effetti: buona? cattiva? Questi giudizi diventano inutili al momento dell'azione, l'importante è uscirne, in qualche modo. Perché il mondo è così: c'è ciò che si vede, e ciò che non si vede, e molte volte il bene lo si raggiunge solo perché qualcuno ha accettato di sporcarsi le mani di sangue.
E anche questa volta è così: partito per amore, una sensazione che non provava da molti anni, ritorna a "casa" (che sono nient'altro che le strade dell'Australia, con <>) dopo aver partecipato ad una guerra per salvare dei bambini, vinta nientepopodimeno che facendo combattere dei bambini. La vendetta finale con Stefan e Standish rischia di diventare la sua morte. La ragazza la perde. E l'anello con cui voleva chiederle la mano, finisce incastonato nei denti di un suo amico nero, sui quali persino sfigura a causa della sua ridotta dimensione.
Ma Nick Stone, ancora una volta, ne è uscito vivo.
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