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SETTE ANNI NEL TIBET

Heinrich Harrer

Una resoconto - molto "chiaccherato" - scritto da un indiscutibile grande alpinista che ci fa apprezzare un Tibet distrutto poco dopo dalla stupidità cinese. Il Tibet è una nazione particolare. O meglio, è un popolo particolare. C'è molto romanticismo che deforma ciò che ci immaginiamo del Tibet. E c'è molto di ciò che l'attuale Dalai Lama ha voluto far sapere al mondo del Tibet. Harre ci dà uno spaccato tracciato benissimo di ciò che era il Tibet: una società in cui la supremazia del clero religioso era assoluta. Ma sebbene il sistema terribilmente feudale avesse molti lati negativi, tipici di ogni estremismo religioso, il Tibet era particolare, perché la sua religiosità buddista era vissuta intimamente dalla maggior parte del popolo, mentre nelle altre religioni è perlopiù vissuta a livello o di costumi o gerarchico o terroristico.
Quel Tibet è ormai scomparso, e non lo si potrà riavere mai più. Anche se il Dalai Lama tornasse Re-Dio del Tibet, non sarenne più la stessa cosa: la Tecnica vi è entrata, ed una volta che la Tecnica entra in una società la modifica in maniera irrimediabile. Ciò che la tecnica offre, diventa primario: non si può più farne a meno.
Harre ci descrive in maniera spettacolare la sua avventura: diventa uno splendido diario di viaggio, offrendo anche spaccati tecnologici, sociologici, antropologici, teologici di una società quasi ideale, con molti "buchi neri" a rovinarne comunque una globalità che è l'ideale recondito di ogni uomo. L'utopia nascosta in ognuno di noi.
Sotto questo aspetto il libro è tanto bello quanto triste.

Tutti i libri di Heinrich Harrer

  • Sette anni nel Tibet (stato: Libro finito Libro molto apprezzato! )
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