Sottotitolo: Una breve rassegna delle atrocità commesse dai giapponesi nella Guerra del Pacifico. Lord Edward Frederick Langley Russell fu coinvolto nei processi di guerra. Summa riepilogativa delle agghiaccianti ed orripilanti violenze commesse dai giapponesi durante la Seconda Guerra Mondiali ricavate anche dalle testimonianze dei diretti interessati. Alla faccia del Bushido.
Lord Russell di Liverpool è una figura speciale per queste narrazioni: giurista legale, storico, politico, fu nominato consulente legale del Comando delle Forze Armate britanniche per i crimini di guerra e in questa veste fu attivo sia nel processo (-i) di Norimberga sia in quello del Tribunale di Tokyo. La sua conoscenza era dunque derivata dalle fonti dirette. Dopo un'introduzione mirante a dare un quadro d'insieme dell'operatività del Giappone nelle guerre sino-giapponesi e dei rapporti sempre ambivalenti, per non dire esplicitamente falsi, che i nipponici avevano tenuto con le altre nazioni, partono una serie di capitoli dedicati ciascuno a un tema legale specifico: comportamento del Giappone riguardo i prigionieri di guerra e normative legali internazionali in merito, marce a piedi, rapporti navali sia militari sia civili, campi di concentramento sia militari sia civili, rapporti con le popolazioni civili conquistate, fino ai casi specifici di tortura in cui il Giappone ha superato, a mio avviso, anche il nazismo che rimane insuperato solo per la sistematicità, la pianificazione. Il Giappone ha infatti attivamente praticato la tortura completa di smembramento, vivisezione, cannibalismo, pestaggio, pubblica violenza atta a generare terrore, infanticidio, violenze e stupri, e se vi viene in mente altro aggiungetelo pure che sarà sicuramente compreso. Il cannibalismo è agghiacciante, prigionieri fatti a pezzi ancora vivi e mantenuti in vita per farne tempura e non perché c'era carenza di cibo ma solo per spregio. La vivisezione ancora peggio, mi ha ghiacciato il sangue la storia di un prigioniero che venne lasciato in inverno al freddo e man mano che gli si congelavano gli arti li tagliavano con la spada per vedere come reagivano, senza anestesia né altro e finché non lo lasciarono con solo il busto e la testa e solo allora lo uccisero, a baionettate. E queste cose accadevano abitualmente.
Leggere questo libro durante l'80esimo anniversario delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, con i derivati banali post nei socials, è stata un'esperienza che andrebbe fatta da tutti. Il nazismo era già sconfitto e l'Italia e la Germania si erano arrese, la Seconda Guerra Mondiale continuava solo grazie al Giappone che, nonostante tutto, non voleva saperne di arrendersi e nel frattempo aveva cominciato a sterminare ogni prigioniero civile o militare e a radere al suolo tutto ciò su cui passava per cancellare le prove dei propri misfatti; avevano in progetto di sganciare armi chimiche e biologiche (tra cui ad esempio bombe ai bacilli di peste) su alcune città americane. Furono avvisati con ultimatum che rifiutarono e fu così sganciata la prima bomba; seguì un altro ultimatum che rifiutarono e solo dopo la seconda bomba gettarono la spugna ma si badi: non si arresero! Il Giappone non ha mai pienamente criticato le violenze vergognose che i suoi soldati effettuarono. In parte, ma sempre con vari "ma" sparsi qui e là. Del resto è come dice Lord Russell: questi comportamenti non erano aberrazioni dovute alla frenesia della battaglia né iniziativa di singoli comandanti, erano la piena applicazione del loro codice morale, il Bushido, che noi pensiamo sempre sia qualcosa di simile al concetto di "rispetto" ma, come ogni cosa linguistica, va contestualizzata.
Il cosiddetto Olocausto Asiativo è figlio diretto e primogenito del Bushido.
Libro ovviamente non più stampato da anni, io l'ho acquistato su eBay e ricevuto il 18/06/2025. Mi ero già espresso riguardo quello che penso sui giapponesi nella seconda guerra mondiale riguardo il libro
Sono Ancora un Uomo di Laura Hillenbrand.
Chiudo dicendo una sola cosa: le armi nucleari sono una forza talmente pericolosa che sarebbe bene scomparissero completamente, ma questa è utopia. Durante il loro unico utilizzo bellico hanno creato una devastazione immane e immonda, tuttavia alla luce di ciò che accadde in quel periodo le considero a tutti effetti una pessima soluzione, sebbene assolutamente necessaria e giustificata. L'unico problema è che le avrei preferite (anche) sulla Germania, alla faccia delle cazzate che dice
W.G. Sebald
Le guerre dei giapponesi con la Cina iniziarono a fine '900 e la Seconda Guerra Mondiale fu in pretesto dei giapponesi per portarle avanti, vincerle, ampliarle con la conquista dell'Asia e considerando che volevano espandersi persino in Australia e Nuova Zelanda. Nonostante la fine della guerra in Europa, il Giappone continuò a combattere e a fare massacri ed eccidi. Avrebbero voluto andare avanti, sterminando i prigionieri, annientando i civili, attaccando con armi chimiche e biologiche gli Stati Uniti e chissà quali altri paesi, avevano in programma la sottomissione della Russia. Nonostante la devastazione assoluta che era accaduta e la sconfitta dei suoi alleati, il Giappone continuava ad andare avanti. Le bombe atomiche fermarono definitivamente la guerra e con due stragi immani ne fermarono innumerevoli altre che è fuori di dubbio sarebbero avvenute visto lo storico di questo ambiguo popolo.
Troppo spesso pensiamo alle date della Seconda Guerra Mondiale (e della prima) come assolute quanto in realtà sono usate solo per convenzione. Il Giappone era in guerra da ben prima e lo sarebbe stato ben dopo con scopo unico solo l'affermare la propria supremazia culturale che è l'essenza del loro congenito razzismo, tuttora vigente. Lo avrebbe fatto ad ogni costo, e con metodi forse diversi a mio avviso lo vogliono ancora. E' un popolo che bisogna trattare con perenne sospetto e nonostante l'ingiustizia di quelle bombe, furono pienamente meritate e probabilmente ai tempi furono l'unica soluzione.
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