Gianpiero Spinelli
Gran libro, sebbene scritto palesemente in maniera un po' infantile. Partiamo dalla base, ovvero cos'è: è uno spaccato della vita di Spinelli riguardo la sua esperienza come contractor in Iraq durante la missione/guerra Iraqi Freedom. Spinelli tramite un'agenzia di contractors arriva in Iraq ma il loro contratto di lavoro salta, essendo ormai lì decide di provare ad entrare nella "Compagnia delle Indie", una agenzia di contractors americana della quale sul web non si trova quasi nulla, e riesce ad entrarvi, la paga è ottima (si parla di 10.000 dollari al mese). Questo è un po' il quadro generale dell'argomento del libro ma c'è altro. Innanzitutto, c'è un capitolo iniziale che vuole spiegare cosa sono i contractors, far capire bene al cittadino medio cosa fanno e come sono inquadrati legalmente, dà un quadro storico e una presentazione delle principali agenzie di contractors perlopiù americane poiché gli americani sono stati i primi a capire la necessità e l'importanza di utilizzare aziende privati per servizi di sicurezza, protezione e scorta; il capitolo è un po' noioso ma fondamentale, in questo dev'essersi sicuramente fatto aiutare da un supporto legale, del resto la prefazione è scritta proprio da un avvocato poiché Spinelli fu poi indagato per le sue attività dalla solita magistratura italiana che, quando può fare qualcosa di inutile, lo fa e pure con passione. In secondo luogo, quando Spinelli arriva in Iraq ed effettua il tentativo di ingresso nella Compagnia, aveva appena conosciuto Fabrizio Quattrocchi, il contractor giustiziato dai terroristi in Iraq e che suscitò tanto clamore poiché i giornali si buttarono a mani basse su questi "mercenari". Spinelli, dunque, orienta tutto questo libro in una difesa dell'operato e della figura di Fabrizio perché si sente indignato per quello che legge sui siti web italiani subito dopo l'assassinio (ché questo è stato) di Fabrizio, e la sua esperienza diventa un chiarimento di cosa sono i contractors al fine di difendere il suo amico Fabrizio Quattrocchi dalle menzogne dilaganti nel Bel Paese ad opera di giornalisti poco informati (e privi di voglia di informarsi) e di una politica faziosa ed oziosa (e comunista). Ho letto alcune critiche riguardo al fatto che in questo libro non si scopre nulla dell'assassinio di Quattrocchi: ma buonanotte, mica è scritto da un magistrato! Spinelli racconta la sua propria esperienza e vi rientra Quattrocchi perché l'ha conosciuto, l'ha apprezzato, facevano lo stesso lavoro nello stesso posto: Spinelli ci spiega cos'era l'Iraq di quella volta e il loro lavoro e la loro vita, ma di Fabrizio non poté sapere molto di più, ma dovrebbe questa essere una critica al libro? Ringraziamolo invece ché certamente ci ha fatto scoprire molte cose in più, ad esempio sui contractors e la vita militare in Iraq, ma anche sul Fabrizio Quattrocchi come persona. Per quanto riguarda la scrittura "infantile" non è proprio una critica, è una mancanza di letterarietà di Fabrizio che forse, per evitare la perdita della genuinità della narrazione, ha preferito non avvalersi di redattori e quindi c'è l'uomo comune e militare che parla, con i vari "cazzo", "sfigati", e via dicendo in un linguaggio leggermente scurrile com'è del resto quello della truppa. E' un po' una mancanza di stile che dispiace ma non è così fondamentale, ho letto sicuramente libri simili scritti meglio ma d'altro canto così com'è ne esce incredibilmente e terribilmenterealistico, e questo è lo scopo del racconto: darci in mano la realtà. Non la verità, quella non esiste, la verità è un punto di vista, è tradizione, solo la realtà è oggettiva e qui tra le righe c'è solo la realtà.
Peccato manchi una panoramica biografica: cosa faceva in Israele o in Brasile, perché vi era andato, qual è stata la progressione esistenziale che lo ha portato ad arrivare in Iraq, queste sono tutte cose che mancano, partiamo direttamente dall'Iraq e via e a tratti dice "In Israele ho fatto questo" o "In Brasile ho imparato quest'altro" ma perché eri là? Come sei arrivato ad arruolarti? Come hai scoperto i contractors e l'agenzia per cui lavoravi? Cosa hai studiato: lotta corpo a corpo, krav maga, armi corte e lunghe, tecniche di guerriglia, quanti colpi spari all'anno, chi ti insegna, che esperienze avevi già e via dicendo perché tutte queste cose non ci sono? Chiaro che molte cose non può dirle per ovvii motivi, però... Né capiamo molto del "mistero" riguardante Kriss. Peccato. Nonostante tutto ciò resta un bel libro per vari motivi: innanzitutto, perché è italiano; in secondo luogo, per la questione di Quattrocchi; in terzo luogo perché finalmente c'è una voce diretta sui contractors e cosa fanno; infine, e questa cosa è personale, perché è un libro di guerra.
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Contractor
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