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Baitcasting, un nuovo tipo di pesca ad artificiale

Categoria: PESCA

KEYWORDS: fai-da-te | pesca |
Inserito in DATA: 20/05/2019 | Vai ai COMMENTI
La tecnica di pesca a spinning è una tecnica di pesca con artificiali e a recupero, e si differenzia dalla pesca a galleggiante, o a fondo, con esca viva dove invece (solitamente) non si recupera ma si attende. La tecnica del baitcasting è sostanzialmente la stessa cosa, solo che si utilizza un mulinello a bobina rotante invece di uno a bobina fissa. C'è da dire che i mulinelli a bobina fissa si usano anche nella pesca col verme, mentre ad esempio i mulinelli da mosca sono a bobina rotante. Quindi significa che il baitcasting non è spinning, e che la pesca a mosca è baitcasting, mentre lo spinning è anche pesca col vivo? No, vi sto prendendo per il culo.
Lo spinning è spinning; il baitcasting è uno spinning con mulinelli a bobina rotante. Ciò che differenzia le due tecniche in sostanza è il mulinello e basta: le esche sono le stesse, la tecnica di pesca anche, la canna è quasi la stessa cosa, cambia solo il mulinello e quindi cambia la tecnica di lancio.
Un mulinello a bobina fissa è il classico mulinello che tutti conosciamo, dove con la manovella facciamo girare un archetto che avvolge il filo nella bobina; nei mulinelli a bobina rotante, invece, la manovella agisce direttamente sulla bobina facendola girare avvolgendo il filo, il quale viene distribuito da un'apposita guida che scorre a destra e a sinistra (la bobina è infatti montata con l'asse perpendicolare all'asse del filo) per poterlo avvolgere uniformemente.
Il baitcasting si differenzia dallo spinning quindi per il mulinello, e di riflesso anche per la canna che ha gli anelli superiori; comunque una canna da spinning al contrario, in teoria, sarà utilizzabile anche nel casting tranne per il fatto che le mancherà l'impugnatura e sarà scomoda, ma tecnicamente più di tanto non conta. Si può dunque dire che la tecnica del baitcasting coincide con la tipologia di mulinello.
Questo tipo di pesca (quindi di mulinello) non è molto conosciuta, è molto diffusa negli USA ma qui da noi non ha ancora preso piede. Si può pensare che se tutti i mulinelli sono a bobina fissa un motivo ci sarà, ma ci può anche essere un motivo per cui miliardi di mosche mangiano la merda e, sinceramente, a me la massa da sempre crea solo sospetto, né penso che la merda possa essere buona. Ho quindi voluto provare questa pesca.

Quando mi ci sono approcciato avevo letto varie cose sul solito guazzabuglio del web e mi ero fatto l'idea che i vantaggi fossero solo due: meno problemi a montare fili più grossi e quindi poter lanciare esche più grandi; maggior facilità di recupero di pesci grossi o comunque forti grazie, appunto, al filo più grosso.
Come si sa, un filo grosso chiede un mulinello grosso, soprattutto se è in nylon, e un mulinello grosso pesa. Ma alla fine, perché non montare uno 0.4 in un mulinello da 2000 da spinning, visto che comunque difficilmente mi serviranno 800mt di filo? E poi perchè la tipologia di bobina in un mulinello può variare la possibilità di salpare o meno un pesce grosso? Insomma le cose non mi tornavano, e ho deciso di provare.

Premesse: mi sono informato bene leggendo articoli, post di forum, e guardando video per capire bene cos'è questa cosa, giungendo alla conclusione che ciò che avevo precedentemente reputato "vantaggi" erano una cretinata dovuta, in sostanza, all'emissione di un giudizio a partire da ignoranza sull'argomento. I vantaggi di un mulinello a bobina rotante possono invece essere così considerati:
1) non c'è bisogno di riempire il mulinello fino all'orlo perché l'orlo della bobina non influisce sull'uscita del filo, come nei mulinelli a bobina fissa
2) questo implica anche che la dimensione della bobina non influisce sul diametro del filo scelto
3) a livello di lancio non è più necessario valutare alla perfezione il peso dell'esca col filo/bobina ma è necessario solo regolare e utilizzare in maniera corretta i tre freni: freno meccanico, freno magnetico/centrifugo, il nostro pollice
4) la libertà di movimento della bobina implica che la distanza di lancio può essere regolata, a lancio in corso, tramite il pollice dando così maggior precisione
5) in fase di lancio si può avere più precisione già in partenza poiché il filo esce in maniera più uniforme e libera
6) le famose prede grosse possono semplicemente essere gestite meglio perché oltre alla frizione sulla leva possiamo regolarci sempre con il pollice

Un mulinello da baitcasting è così composto:
1) il più importante, il pulsante di sblocco della bobina, posto sul retro della bobina stessa e che si preme col pollice per sbloccare la bobina e lanciare
2) sulla manovella c'è la regolazione della frizione, una cosa molto comoda perchè la frizione è regolabile direttamente senza togliere la mano dalla manovella
3) dalla stessa parte della manovella c'è il freno meccanico: una vite regola un morsetto che blocca o meno la bobina lasciandola quindi più o meno libera di scorrere mentre il filo, tirato dall'esca, esce
4) freno magnetico (quelli con ghiera regolabile) o centrifugo (quelli da aprire) che lavorano modificando il rallentamento di rotazione della bobina per inerzia, ovvero quanto la bobina rallenta durante il lancio

Il lancio funziona così: si sblocca la bobina tenendola poi bloccata col pollice, si lancia l'esca e si molla la bobina lasciandola girare trasportata dal filo finché l'esca non arriva in acqua e magari regolandola col pollice, quindi la si riblocca col pollice e al primo giro di manovella interverrà nuovamente il blocco bobina, producendo quel magnifico "clack" che mi ha veramente sedotto! 
Detto così il lancio può sembrare una cagata invece è un casino immane.
Nel momento in cui l'esca parte, il filo imprime una certa rotazione alla bobina che però non è costante: l'esca rallenta in una maniera non regolare, quindi la tensione che applica al filo non è regolare, e se non si sta attenti o si ha fortuna e si fa un tiro corto può andare mediamente bene, ma il più delle volte succede che il la bobina ruota, svolgendo le spire, più velocemente di quanto il filo esca, con la conseguenza di ottenere una parrucca direttamente sulla bobina data dalle spire che si allargano (foto). 
Un consiglio: controllate spesso il filo, le parrucche lo indeboliscono soprattutto se è nylon, proprio due giorni fa pescando ho lanciato un artificiale da 20gr solo per vederlo volare via assieme a uno spezzone di filo.
L'esca nel momento in cui esce imprime una certa accelerazione alla bobina, ma l'esca rallenta sempre più e lo fa: o perchè diminuisce la sua inerzia; o perchè abbiamo fatto un lancio più alto che basso; o perchè tocca l'acqua. Il primo freno da regolare è dunque quello meccanico che sostanzialmente rende la bobina meno libera in modo che faccia una certa resistenza all'uscita del filo, col risultato però che più è chiuso più faremo lanci corti. Il secondo freno da regolare è quello magnetico o centrifugo (d'ora in poi lo chiamerò solo magnetico perché è di questo tipo sui miei due mulinelli) che mentre la bobina ruota ne accelera o meno la decelerazione, e questo è il freno più importante per evitare le parrucche. Il freno meccanico infatti agisce sulla libertà di rotazione della bobina, quest'ultimo invece regola la frenata a rotazione in corsa.

Per cominciare a lanciare è consigliato regolare il freno magnetico quasi del tutto chiuso, mentre il freno meccanico va regolato in modo che al fermarsi dell'esca si fermi la bobina e la regolazione tipica è provare a sbloccare la bobina e far cadere l'esca, quando questa toccherà l'acqua la bobina dovrà fermarsi. Attenzione però! La bobina deve fermarsi immediatamente appena l'esca tocca l'acqua! Facendo le cose di fretta la bobina potrebbe fermarsi subito dopo che l'esca è entrata in acqua e questo vuol dire che la bobina gira troppo. Se l'esca è leggera (light baitcasting) la regolazione non dev'essere frettolosa ma assolutamente perfetta. E' a mio avviso consigliato non fare questo settaggio neanche in acqua ma direttamente sul suolo duro in modo che quando l'esca lo tocca la bobina si ferma e l'esca non si stende al suolo ma rimane in verticale. Ricordate: l'esca deve cadere lentamente e appena tocca una superficie la bobina deve immediatamente fermarsi.

Regolata così la cosa, il resto deve farlo il pollice: se vedete che lanciate troppo vers l'alto l'esca avrà una decelerazione maggiore rispetto a un lancio dritto e quindi la regolazione che magari prima era perfetta, ora sarà eccessiva, e la parrucca dovrà scongiurarla il pollice che si appoggerà sul filo. Attenzione anche a questo, però: se il pollice sfiora le spire e basta, può essere che le aiuti ad imparruccarsi, la pressione deve sempre avere una certa forza e una certa regolarità e/o uniformità. Pian piano che l'abilità crescerà, i freni saranno sempre più liberi sostituiti dall'abilità nell'utilizzo del pollice e nella precisione di lancio già all'inizio. Anche i movimenti della canna aiutano a tenere in tensione il filo, ad esempio aiutandola a seguire la direzione dell'esca o facendo il contrario per aiutare il filo a stare teso mentre fermiamo la bobina col pollice. Tutto cambia anche a seconda dell'esca: un cucchiaino fa più resistenza all'aria rispetto a un minnow o una testa piombata quindi, a parità di peso, avrà una decelerazione maggiore.
Si badi, comunque, che la movimentazione della canna all'inizio del lancio deve a sua volta essere particolare, ovvero bisogna sfruttare l'elasticità della punta per far scagliare ad essa l'esca; il lancio non è solo braccio, il braccio deve muovere la canna caricandone la punta mentre dev'essere questa a scagliare l'esca. Se guardate video di lancio vedrete sempre gesti secchi, canne ben arcuate, o movimenti particolari come rotazioni dell'esca prima di lanciarla, e sono questi momenti che scagliano l'esca tenendo in tensione in filo. Il punto cruciale è dunque sempre uno: coerenza tra forza sul filo da parte della lenza, e rotazione della bobina.
Tutti questi sono i motivi per cui all'inizio è bene usare pesi grossi, e con grossi intendono almeno 20gr, quindi bisogna avere anche una canna adeguata, inoltre il filo è meglio sia bello grosso per evitare che spire di filo fino si sovrappongano. Io ho cominciato lanciando con nylon 0.3 un ondulante da 25gr nel prato e i primi lanci sono stati un disastro. Le parrucche che si formano sulla bobina sono terribili ma non solo, possono andare a bloccare decisamente il filo che non si recupera più e a quel punto l'unica è tagliare (foto). A volte, se tirate troppo, potrebbe spaccarvisi da solo il filo a causa delle torsioni. All'inizio la treccia è sconsigliata perché troppo sottile e inoltre la sua maggiore flessibilità e la mancanza di memoria possono giocarvi contro perché le parrucche saranno ancora meno "ordinate".
Si badi anche che il lancio non dev'essere mai troppo parabolico perché la parabola implica una gran velocità in salita ma che ha una decelerazione maggiore; di conseguenza i lanci devono essere perlopiù idealmente dritti, paralleli al livello dell'acqua.

L'azione del pollice se è decisa frena di colpo il filo ma se è regolata può regolare a sua volta la posizione di caduta dell'esca ed è questo il vantaggio principale di questi mulinelli rispetto a quelli a bobina fissa! Se con la bobina fissa il lancio è troppo lungo, possiamo solo chiudere l'archetto interrompendo il lancio in maniera brusca, mentre coi rotanti un lancio lungo può essere accorciato a lancio in corso e pure con notevole precisione. La regolazione si farà dunque in difetto, ossia di base si fa un lancio più lungo idealmente per poi regolarlo, e questo implica che un lancio in ambienti ristretti necessiterà di pratica. Molta pratica. Tuttavia una buona pratica porta a poter gestire il mulinello coi due freni integrati molto liberi regolando il tutto col terzo freno ovvero la coordinazione tra il vostro pollice e il vostro cazzo di cervello, e questo implica che, in linea di principio, potendo la bobina girare più liberamente e quindi non avendo il filo i tipi ostacoli del mulinello a bobina fissa (le spire e il bordo della bobina che aumenta man mano che si svolge il filo), i lanci con un mulinello a bobina rotante possono essere ben più lunghi e precisi, quindi è possibile montare un filo più grosso, mentre in un mulinello a bobina fissa si montano fili più fini proprio per poter lanciare più lontano.
Ecco perché, indipendentemente dalla preda, un mulinello da baitcasting può effettuare lanci in generale migliori rispetto al classico a bobina fissa: maggiore distanza, maggiore precisione. Scusatemi se è poco.
Inoltre il lancio, essendo sempre tendenzialmente orizzontale al piano, tende a far entrare l'esca in acqua con meno rumore rispetto a un lancio parabolico dove l'esca entra più dall'alto.
C'è anche un altro vantaggio: il recupero del pesce. Il poter usare un filo più grosso, unito a una doppia frizione ovvero frizione meccanica sulla manovella e gioco del pollice, permette di recuperare un pesce furioso con più facilità e minore sforzo, e ho potuto provare questa cosa dal vivo perdendo la bellezza di tre trote perché non riuscivo a bilanciare bene la frizione, applicando lo sforzo che ero solito applicare nello spinning.

C'è però un "ma": se ciò che è importante è la coerenza tra forza e rotazione del mulinello a partire da sferzata elastica della canna, questo implica che più un'esca è leggera più sarà difficile lanciare. Più l'esca è leggera, più dovrò imprimere forza all'esca, più dovrò lasciare liberi i freni, più dovrò lavorare di precisione nell'utilizzo del freno a pollice. Quanto si può scendere di peso? E soprattutto, ha senso?
La maggior precisione di lancio (a mio avviso, molto maggiore) è sicuramente un gran vantaggio per chi non pesca in laghetti o fiumi larghi ma nella pesca in torrente, bisogna però capire se c'è un limite oltre il quale non vale la pena scendere. C'è? Di certo, come nello spinning classico, più si scende di grammatura dell'esca più si usano canne apposite per supportarle, e in questo caso diventa tutto ancora più obbligatorio. Se nello spinning a forza di braccia e bestemmie si riesce a lanciare senza intoppi un ondulante da 3 gr. con una canna 10-30, con il baitcasting non penso sia più possibile, ma una canna elastica da pesi piccoli può essere ancora più leggera da lavorare per farle fare una sufficiente frustata all'esca, e le distanze minori (non la regola, ma solitamente è così nel light reale non in laghetto di trout area, ma in torrente) possono aiutare a creare magari parrucche meno "popolate" di spire aggrovigliate e più semplici da sbrogliare.
Vedremo nel tempo.

Le attrezzature con cui ho cominciato io sono le seguenti.
CANNA NOMURA HARU BAITCASTING Cod. NM21114021
Lunghezza: 2.10mt
Peso: 144gr
Ingombro: 108cm - 2 pezzi
Potenza: 15-40 gr
MULINELLO LINEAEFFE COLORADO BAITCASTING
Tipologia: magnetico con rotella graduata
Rapporto di recupero: 6.2:1
Peso: 214gr
Cuscinetti: 6 Capacità lenza: 0.35/140

Resomi conto che, principalmente per via delle parrucche è consigliabile muoversi, perlomeno agli inizi, con un mulinello di scorta, ho deciso di fare un acquisto ulteriore ma questa volta rivolgendomi alle economicissime vie cinesi; una notte insomma mi ha portato inconsciamente ad abbinargli una seconda canna, boia dio... Perché? Be, in Cina si trovano prodotti che non hanno nulla ad invidiare a molti prodotti venduti da noi, nel mondo dei prodotti economici; il rapporto qualità-prezzo nella fascia economica non ha uguali. Non tutto, ovviamente, ma buona parte. Nel dubbio che, come la pesca a mosca, anche il baitcasting occupi pochissimo spazio nel mio futuro alieutico, non era il caso di investirci troppi soldi. La pesca a mosca l'ho ormai relegata a solo pochi momenti di pesca in laghetto a pagamento, forse stesso destino accadrà al baitcasting, perché spenderci centinaia di euro? Oppure, perché spendere in un prodotto economico qui da noi col rischio di trovarmi in mano una merda? 
KASTKING BLACKHAWK II BAITCASTING TELE M-203
Lunghezza: 2.03 mt
Peso: 138.4 gr
Ingombro: 61 cm telescopica
Potenza: 5-18 gr
MULINELLO KASTKING SPARTACUS BAITCASTING
Tipologia: magnetico con rotella graduata
Rapporto di recupero: 6.3:1
Peso: 205gr
Cuscinetti: 11+1 Capacità lenza: 0.285mm/115m

Come si vede con questa seconda canna ho scelto innanzitutto una telescopica, un po' per non avere troppi sbattimenti di montaggio, un po' perché c'è sempre la difficile questione MOTO in pesca. Devo ammettere che non mi ci sto trovando male, bisogna veramente fare molta attenzione col baitcasting. Se cambi esca e ti dimentichi di settare i freni sei fottuto; se lanci sovrapensiero sei fottuto; se impigli in un ramo e l'esca si ferma di colpo sei fottuto. Insomma ci sono un sacco di motivi per cui, mentre sei a pesca, potresti ritrovarti con il mulinello inutilizzabile per via delle parrucche, e/o il filo rotto. Ma perché le cose dovrebbe essere facili?

Il mio approccio alla pesca è in continua e totale evoluzione, e si sarà capito, ma mai l'ho negato, che mi sta piacendo veramente tanto: parti col verme a fondo, a volte col galleggiante; mi convertii allo spinning per poter praticare il catch&release e per avere più versatilità in pesca, non avendo mai molto tempo; provai la mosca, una tecnica bellissima ma che richiede tempo a disposizione, sia di preparazione sia in sessione sia di studio; ora provo col baitcasting.
Sicuramente baitcasting e spinning non sono solo cugini, sono fratelli, fanno parte dello stesso stile e se uno o l'altro va meglio e quando è difficile dirlo, ma sicuramente sono quasi la stessa cosa per impostazione di pesca, versatilità, stile, esche, e via dicendo. Sicuramente la padronanza tecnica di lancio, che nel baitcasting è determinante mentre nello spinning abbastanza opzionale, può essere d'aiuto per obbligarsi a provare nuovi lanci nello spinning. A spinning lanci anche da ignorante, a baitcasting no: una volta che a baitcasting sai lanciare, però, puoi permetterti lanci particolari come lo skip cast e siccome a baitcast devi saper lanciare, prima o poi ci arrivi, mentre a spinning puoi continuare a lanciare da ignorante per tutta la vita che non cambia un cazzo. Ma se dal baitcast torni allo spinning, ti accorgi che puoi fare qualcosa di più, anche se il controllo col pollice sulla bobina - mancante nello spinning - sarà un limite non da poco. D'altro canto, però, con lo spinning hai meno pensieri fino al momento della ferrata: nel casting se cambi esca con una variazione di peso sensibile e non sei un mostro, devi regolare i freni; se ti sconcentri un attimo e non hai già il riflesso naturale di frenare col pollice, ti trovi con una parrucca da panico e l'esca in acqua con l'impossibilità magari di recuperare; e se lanci alla cazzo o prendi un ramo che non avevi visto e che blocca subito, inaspettatamente, l'esca, sei fottuto. Nello spinning insomma puoi pescare alla cazzo cominciando a porti problemi solo nel momento della ferrata; nel baitcasting è un po' come con la mosca, ovvero l'intera sessione di pesca richiede preparazione, perché nel momento in cui fai il primo lancio dei aver già preparato alla perfezione l'attrezzatura.
Faccio un esempio: dopo essermi esercitato con la prima canna pesante con del nylon dello 0.3 in mulinello, arrivati la seconda canna e mulinello ho deciso di montare una treccia dello 0.2 perché è una canna da light. Mi trovai inizialmente abbastanza bene anche se parruccavo più spesso, poi man mano è andata peggiorando. Alla fine è ingarbugliato tutto. Cos'è successo? Studiando la situazione ho compreso che la treccia, essendo meno rigida del nylon, se non è ben tesa in ogni suo momento si ingarbuglia più facilmente (in realtà, vedi nota sullo Spartacus e fine pagina). La cosa mi succede anche nello spinning, dove la treccia è diventata un po' da un lato una manna dal cielo per salvare artificiali presi nei cespugli, dall'altro uno stress poiché mi trovavo spesso spire sciolte. Quando monti una treccia, devi pescare bene, tutto deve essere ben bilanciato: l'esca deve seguire il casting consigliato per la canna, altrimenti lanci più di forza che di canna col risultato che la lenza resta sempre un po' lasca. Se col nylon questo non è tanto un problema perché ha memoria ed è più rigido, con la treccia invece il filo fuoriesce e mollandosi può creare spire fuoriuscite; col tempo la tensione con cui la treccia è avvolta nel mulinello si diversifica tra le spire e succede che una spira fuoriesce dal mulinello. Ma nello spinning di solito è una spira sola e se stai attento puoi risolvere, nel baitcasting invece è un disastro assoluto con bobina bloccata. Nello spinning però, più semplice, succede più raramente: nel baitcasting no. Così nel baitcasting se hai una canna da light e una treccia, devi montare un'esca adeguata e lanciare mantenendo sempre il filo in tensione. Se lanci troppo alto invece che in lungo, l'esca rallenta velocemente e puoi regolare i freni quanto vuoi, ma la treccia non perdonerà. Nel baitcasting quindi la tecnica di lancio è incredibilmente più importante che nello spinning, ma questo mi ha portato a considerare in maniera diversa il lancio con la treccia anche nello spinning, dove ora tendo a essere ben più attento al lancio.
Con lo spinning sei, oggettivamente e sempre, più tranquillo. E non è poco.

Nota sul mulinello da baitcasting KASTKING SPARTACUS

Appena montato questo mulinello ho avuto subito problemi di parrucche continue nonostante col Lineaeffe avessi bene o male abbastanza imparato a lanciare. Siccome avevo montato una treccia, pensavo il problema fosse dovuto a questa così ho montato un monofilo ma niente da fare. Anche con blocco frizione e freno magnetico completamente chiusi, non c'era modo di non ottenere parrucche. Pensavo fosse un problema legato al fatto di pescare light a baitcasting, e invece pare che il problema sia un altro.
Il Kastking Spartacus ha un doppio freno dove c'è il pomello per la regolazione del magnetico. Se infatti togliete il coperchio ed estraete la bobina, vedrete che sulla ghiera dove agisce il freno magnetico c'è una ghiera numerata e un puntino rosso (foto esplicativa): quella ghiera è ruotabile per regolare meglio il freno magnetico, se è su 0 (com'era nel mio) il freno magnetico praticamente è disattivato. Su internet ho letto che consigliano di posizionarla sul 4, a questo punto il freno magnetico funziona bene. In pratica la ghiera aumenta o meno l'azione del freno magnetico in base alla sua scala graduata esterna, quella sul coperchio relativa al pomello; se la ghiera è setta sullo 0 della sua propria scala graduata, il freno magnetico regolato col pomello è quasi inesistente; se è settata sul 6 (massimo) della sua propria scala graduata, il freno magnetico regolato col pomello è potentissimo. In alcuni forum (americani) la maggior parte della gente dice di posizionare la ghiera interna sul valore 4 o nel complesso circa a metà ghiera, per avere un freno magnetico al pomello esterno che lavori bene. Il bello è che di questa cosa non trovavo informazioni su internet, e leggendo vari argomenti ho dedotto che molte volte lo Spartacus venga inviato con la ghiera interna già regolata bene, mentre in altri (tipo il mio caso) la ghiera era regolata al minimo. Non essendoci manuale di istruzioni, per i novellini può essere un problema.
Quello che succedeva era dunque che io lanciavo con un freno magnetico inerziale quasi completamente al minimo: qualche lancio come avete letto mi riusciva. Perché? Perché lanciavo bene, e poco forte. In questo caso infatti l'accelerazione iniziale della bobina non era troppa e il rallentamento di conseguenza non era eccessivo di conseguenza il lancio bene o male riusciva. Ma come ci mettevo un po' di forza, o riuscivo a lanciare lontano, la parrucca si formava spesso ancora prima di toccare l'acqua. La lezione che imparai è che la parrucca si forma alla fine se il freno della bobina è mollo, si forma invece durante il lancio se il freno magnetico è mollo.
Perché un doppio freno? Semplice, suppongo. La regolazione della ghiera permette di avere un freno magnetico esterno più adattabile a situazioni molto diverse come, ad esempio, il lancio di esche di 50/60 gr o il lancio di esche di 5/6 gr.

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