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Pesca a mosca: e proviamo a ferrare!

Categoria: PESCA

KEYWORDS: pesca | pesca a mosca |
Inserito in DATA: 19/06/2018 | Vai ai COMMENTI
Nella PAM - La Pesca a Mosca nell'epoca degli acronimi - ci sono veramente un sacco di cose da studiare, e c'è ben poco da improvvisare. La tecnica di lancio necessita studio, la scelta della coda necessita studio, il terminale necessita studio, la costruzione e scelta della mosca necessita studio, e magari fosse finita qua.
Una delle varie cose da studiare è la ferrata: differentemente dallo spinning, dove la lenza è sempre in piena trazione, nella pesca a mosca non è proprio così. Nello spinning il pesce mangia in recupero e il morso è immediatamente percepito sulla canna e la lenza, ovvero sulle mani. Nella mosca la trota vede la mosca (o la ninfa, o la sommersa, o lo streamer, o che cazzo ci mettete) e ci si avventa: ma l'esca è piccola, la trota (o il pesce in genere) la testsa con la bocca e, siccome è muto ma non stupido, la sputa subito perché si accorge che all'interno del corpo e delle ali c'è metallo e non il succulento corpo di un insetto.
Se ferri troppo presto, togli l'insetto dalla bocca del pesce; se ferri troppo tardi, il pesce ti ha già dato del mona.
Nel frattempo la lenza, ovvero la coda di topo e il terminale, sono mollemente abbandonati sulla superficie dell'acqua in balia della corrente, per cui nulla della mangiata è trasmesso alle mani.
Per questo nella pesca a mosca è importante ferrare al momento giusto, e perlopiù si va a vista o perlomeno con la mosca secca, che è sostanzialmente la vera pesca a mosca. I puritani, infatti, con "pesca a mosca" intendono solo la pesca a mosca secca, ovvero la mosca che si poggia sul pelo dell'acqua, galleggiandovi; gli altri tipi di pesca a mosca sono chiamati "pesca a ninfa" o "pesca a sommersa".
Con la pesca a mosca secca si va a vista: o vedendo direttamente il pesce, o vedendone la bollata, ovvero il momento in cui il pesce decide di sferrare l'attacco in superficie e quindi si vede il rigonfiamento dell'acqua che provoca. In quel momento bisogna ferrare sollevando la canna e/o tirando la lenza tenuta con la mano sinistra: la lenza va in tensione, la tensione è trasmessa al terminale, e se la mosca è in quel momento nella posizione giusta l'amo si pianta nel labbro della bestia e tenendo poi tutto ben in tensione lì resta.
Ieri siamo andati due ore ai laghetti Pakar: potete conoscerli col loro sito laghettipakar.it
Sono dei laghetti a pagamento vicini al famoso lago di Cornino, e ne condividono purezza e limpidezza delle acque.
La gestione è meritevole, e ha dato vita a un posto magnifico, curato e pulito, dove passare qualche ora è rigenerante.
Ho conosciuto per motivi di lavoro il gestore tempo fa e, da dopo la prima volta che ci sono andato, ogni volta che non so cosa fare e voglio riempire il freezer (sono un carnivoro, e penso che un carnivoro ogni tanto debba scontrarsi con la morte e la pulizia degli animali che mangia) vado lì.
L'acqua pura pulita e fresca e la grandezza del lago fanno si che le trote siano in piena salute, il che significa che sono incredibilmente combattive durante la pesca, e incredibilmente buone durante la degustazione.
Questa volta mi sono portato via la canna da mosca: ho abbastanza imparato a lanciare ma mi serve spazio e ai laghi Pakar ci sono degli angoli dove c'è lo spazio necessario a lanciare.
Io e la morosa cominciamo a pescare a spinning ma constatiamo subito che le trote sono un po' più scaltre, e solo le piccole abboccano. Io ne prendo una che sarà sui 3-400 grammi al massimo.
Selezionare è dura perché comunque le trote sono tantissime.
Ad un certo punto decido di provare la pesca a mosca. So che la morosa a breve comincerà a tirare su trote come in una catena di produzione per cui è meglio se io pesco inutilmente per evitare di dover comprare un altro freezer.
Uso il kit Fly Fishing Caperlan di Decathlon e penso che difficilmente spenderò per roba professionale: l'incredibile complessità della pesca a mosca che prima ho accennato si scontra col mio pochissimo tempo libero e ho già abbandonato l'idea di gettarmici a capofitto; da un lato non riuscirò mai ad avere tanto tempo libero per studiarla bene, dall'altro comunque non avrò tempo libero per andare nei posti elettivi della pesca a mosca ovvero torrenti montani incontaminati, per cui mi sono ormai rassegnato. Per non parlare della incredibile scarsità di fauna dei nostri corsi d'acqua per via di una gestione incompetente degli stessi, ma lasciamo perdere questo tasto.
L'unica cosa che ho fatto a quella canna è stata sostituire il mulinello e la lenza con un mulinello, una codo di topo WF5F, e dei terminali conici 4x, tutto comprato in Cina a pochi euro, perché il set originale Decathlon si era rovinato causa le mie prove sul cemento.
Lego una mosca ancora di quelle originali del kit Decathlon, mi preparo, lancio... e noto subito un certo interesse della popolazione ittica, peraltro dei suoi membri più corposi.
Devo un attimo riprendere mano col lancio, e a questo punto comincio a capire che la ferrata sarà tutt'altro che facile. Comincio a vedere attacchi e bollate ma non riesco a prendere nulla perché ferro alla cazzo.
Bisogna riandare con la mente ai video che ho visto, e alle cose che ho letto: il lancio deve riuscire bene, con una coda di topo ben distesa che mi permetta dunque di ferrare; se è troppo arricciata infatti ferrando tirerei solo parte della lenza senza trasmettere la ferrata all'amo. Amo che, per inciso, ho provveduto a privare di ardiglione con pinza e lima. Una volta lanciato bene, bisogna recuperare un po' di coda di topo e tenere la canna bassa: al momento opportuno la ferrata sarà infatti un potente colpo di canna che spostandosi verso l'alto metterà in tensione la lenza. A quel punto non sarà finita, dovrò sempre tenere in tensione la lenza per evitare slamate e questo dovrò farlo lavorando con la canna, alzandola, e recuperando coda di topo a mano, bloccandola con la destra sul manico e recuperando con la sinistra. Per evitare rotture, però, dovrò anche essere pronto a mollare lenza per far nuotare la trota e stancarla, e dovrò farlo sempre piano per assicurarmi che la lenza rimanga comunque in tensione.
Faccio ancora qualche lancio, e comincio a capire. Effettuo le prime ferrate, ma sempre al momento sbagliato.
Comincio però a fremere perché sono ormai certo che mi sto avvicinando all'Illuminazione.
E l'Illuminazione arriva: lancio in modo quasi impeccabile, la coda di topo si slancia ben distesa e vedo chiaramente il terminale allungarsi e scagliare la mosca che, ondeggiando, si appogia sull'acqua creando solo una piccola ombra di onde, proprio come un insetto ritardato che non ha capito bene come si vola, o che semplicemente sta morendo. Una trota si volta, la guarda, recupero pian piano per assicurarmi di non avere un eccesso di lenza in acqua e allo stesso tempo dare un po' di movimento alla mosca che pare proprio un insetto cascato che balzella tentando di ritornare in volo. La trota si avvicina, la studia, io recupero, lei si volta, poi si rigira, tiro un attimo e in quel momento la trota scatta e come vedo la bollata sollevo la canna al cielo e sento la lenza irridirisi e scorrere via tra le mani, ed è lei, è una magnifica iridea che comincia a battersi e piega con forza la mia canna da 8 piedi.
La accompagno nella sua fuga, non posso perderla, non posso forzare troppo o spacco tutto e la condannerei a morte inutilmente mentre io quella mia prima trota a mosca voglio portarla a riva, bastonarla sulla testa, e poi cibarmene.
Il braccio sforza, supponevo fosse più pesante che a spinning e in effetti si fatica di più, ma ci si diverte anche incredibilmente di più. Sia la canna sia la lenza tenute con le mani, e non col mulinello, creano un rapporto diretto fra le mani e la bestia e pare quasi un combattimento a mani nude.
A tratti riparte e devo mollare lenza e quando la mollo la tengo comunque tra le dita per tenerla sempre in tensione e alcuni scatti sono così poderosi che la lenza che mi scorre tra le dita me le scotta.
Ma il destino è già segnato, e alla fine quella bella iridea finisce nel guadino tenuto lestamente dalla mia mitica Betta, e poco dopo è già nella borsa frigo e io non posso non aprirmi una bottiglia di Villacher e brindare con me stesso e con il fantasma di quella mia prima trota iridea a mosca.
Dopo un po' noto una perdita di interesse delle trote verso la mia mosca: recupero e la guardo, ed è ormai tutta sfilacciata. Quando si appoggia sul pelo dell'acqua probabilmente più che un insetto sembra un gattino di polvere.
La cambio, e si ricomincia. Prendo una foglia, una pianta alle mie spalle, il mio cappello di paglia, ma poi prendo un'altra trota ed anche quella è bella grossa e dà vita a una gran combattimento.
Un signore viene a pescare vicino a noi a spinning ultralight, e noto che lui prende trote più piccole. Fa catch&release e mi guarda, e quando mi fermo un po' dopo mi chiede alcune informazioni e mi dice che si è spostato lì proprio per guardarmi perché aveva notato quanto mi divertissi ad ogni trota che prendevo, e gli confermo che a mosca è tutta un'altra cosa.
Concludo la giornata con 5 trote delle quali solo la prima piccola, per un totale di 2,93kg.
Mi stupisco, comunque, come tra gomme, Martin da 15gr, ondulanti e minnows, proprio con una piccola mosca su amo penso da 12 riuscissi a prendere le più grosse, anche a confronto con quelle prese dal gentile tipo venuto a guardarmi. Tolta la piccola, visto il peso complessivo, le altre trote sono da 600gr in su.
Che dire: la mia strada è ancora lunga, e io sto facendo veramente pochi passi. 
Però ho finalmente visto dei risultati!


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