Ho parlato di un libro "bellissimo": ci tengo a sottolineare che "bellissimo" non è per un libro di scacchi, ma per un libro di divulgazione poiché Garry Kasparov dimostra una cultura ed un acume magnifico e riesce a far diventare le sue sfide con software scacchistici qualcosa di simbolico, senza cadere però nel sensazionalismo tipico del giornalismo e che per come connotò sulla stampa quelle sfide Kasparov stesso critica. Il discorso sulla tecnologia è vasto e viene portato avanti pagina per pagina quindi quanto sopra, riguardo le regole degli scacchi, può inficiare una parte del libro ma non tutto, sebbene si perda un concetto fondamentale ovvero cosa riguardava quella sconfitta, la complessità del gioco degli scacchi ma allo stesso tempo l'inventiva umana sia nel gioco, sia nella programmazione. Kasparov porta l'acqua al suo mulino, chiaramente: è un libro anche autocelebrativo, ma è normale poiché qualsiasi libro di questo tipo lo è: Kasparov nella sua carriera ha avuto bei momenti bui anche durante il professionismo negli scacchi, si veda la diatriba con la piccola Judith Polgar cui dette in pratica della scema femminuccia perché voleva nascondere il suo movimento irregolare per non perderci contro! Ma vabbé, ci sta.

E' impressionante pensare che nel 96/97 grazie a un computer interamente dedicato e comunque in parte pilotato si riuscì a stento a battere il campione del mondo in carica, e oggi Stockfish 15 che può girare anche nel vostro desktop abbia un punteggio Elo di 3880: il campione attuale Magnus Carlsen, forse il giocatore più forte e/o preparato della storia, ha quasi 2900. Senza pensare che poco tempo fa Google ha presentato il suo AlphaZero che in quattro sole ore di autoapprendimento ha imparato gli scacchi ed ha maciullato Stockfish.