A Buchenwald li sfracellavano con sassi, li affogavano nel letame, li frustavano, li affamavano, li castravano e li mutilavano. E non era tutto. Venne l'ordine che ogni internato che avesse addosso tatuaggi si presentasse al dispensario. Da principio non sapevano perché, ma presto fu svelato il mistero. Quelli che avevano sulla pelle i piú begli esemplari d'arte del tatuaggio, venivano trattenuti e poi uccisi con iniezioni somministrate da Karl Beigs, uno dei Kapo. Poi il cadavere veniva passato al reparto patologico, dove gli si toglieva la pelle, che veniva opportunamente conciata. I prodotti finiti venivano consegnati alla moglie del comandante che ne faceva paralumi, copertine per libri e guanti.
L'esercito americano, quando arrivò a Buchenwald, fece un'altra scoperta, nell'aprile 1945: i crani conservati di molte vittime. Nel campo qualcuno aveva decapitato due polacchi impiccati, perché avevano avuto rapporti sessuali con ragazze tedesche. Le ossa del cranio erano state asportate e le teste mummificate, impagliate e conservate. Le teste avevano la grandezza di un pugno e sopra c'erano ancora i capelli e i segni del capestro [Nel libro c'è la foto di due di queste teste, viste direttamente da Lord Russell].
Nell'aprile 1947 l'Obergruppenführer delle SS e generale delle Waffen-SS Josias Prince zu Waldeck e trenta membri del personale del campo, compresa Frau Koch, furono processati dal Tribunale militare degli Stati Uniti. Sede del processo fu il campo di concentramento di Dachau, presso Monaco, che molti degli accusati avevano visitato prima, ma in circostanze assai diverse. Erano accusati, fra l'altro, di aver sottoposto molte migliaia di prigionieri di almeno dodici diverse nazionalità, a « uccisione, percosse, torture, fame, offese e maltrattamenti >>.
In questo campo per circa otto anni si praticò con pia cere sadico ogni tipo di orrore conosciuto all'uomo.
Citazione inserita il 13/10/2025
Categoria: NARRATIVA
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