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Jack London

L'ammutinamento della Elsinore

Una donna! Anche qua! Dio sa che ne ero stato perseguitato abbastanza per conoscerle! [...]
E l'amore, quello lirico, appassionato, folle, romantico? Sì, l'avevo conosciuto e dimenticato. Anch'io avevo palpitato, cantato, sospirato e singhiozzato. Sì, e avevo anche conosciuto il dolore e sepolto il mio morto. Ma tanti anni prima. Com'ero giovane, allora: appena ventiquattro anni! E poi avevo visto, amara lezione, che anche il perenne dolore muore col tempo. Il riso m'era tornato e avevo fatto la mia parte con le belle e feroci falene che sempre aleggiano attorno alla luce del denaro e del successo. L'avevo fatta, tanto da uscire disgustato da quelle vane giostre.
[...]
Con tutto il mio futuristico disprezzo della donna, andavo sempre a cozzare contro quel mistero.
No, non mi facevo illusioni, state pur certi. La donna, dèmone dell'amore, ossessionante e inesorabile, fragile e fiera, dolce e velenosa, più orgogliosa di Lucifero e capace di privarsi d'ogni parvenza d'orgoglio, esercita sul pensatore un'attrazione perpetua, quasi morbosa. Che cosa era quel fuoco che divampava in tutte le sue contraddizioni, anche nei suoi aspetti più ignobili? La sua cieca passione della vita, sempre vita, sempre più vita sul pianeta. Certe volte mi appariva atroce, senz'anima; altre volte mi commoveva. E qualche volta anche, mi pareva sublime e mi esaltava. No, l'uomo non poteva sfuggire alla donna. Come il selvaggio nella buia caverna popolata di dèmoni e numi, così io tornavo ancora e ancora, sempre, alla contemplazione della donna.

Citazione inserita il 08/07/2025
Categoria: NARRATIVA




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