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Shan Sa

La giocatrice di Go

È strano esaminare la propria stanza e chiedersi quali sono gli oggetti più preziosi della propria vita. A sedici anni, ho dei pennelli, della carta, dei bastoni di inchiostro di rara qualità, regali di mia nonna. Ogni anno, i miei genitori mi facevano cucire quattro vestiti. Ho anche dei cappotti, dei cappelli, dei manicotti, delle scarpe ricamate, delle scarpe di vernice, dei braccialetti, degli orecchini, delle spille, dei collier. Ho delle divise scolastiche, dei completi sportivi, delle scatole di matite, delle penne stilografiche, delle gomme. Ho dei giocattoli, delle marionette, degli animali di porcellana che mi facevano piangere ogni volta che li perdevo; libri che avrei voluto portare con me nella tomba.
Ci sono mobili preziosi, incastonati di madreperla, un paravento di seta ricamata, un letto antico ricoperto di tappezzerie, un bonsai, regalo di mio cugino Lu.
Ci sono degli specchi, delle scatole portaoggetti, degli accessori da bagno, dei vasi antichi, calligrafie dei miei antenati. Aghi, fili colorati, scatole di tè, bicchieri con l'impronta delle mie labbra, coperte impregnate del mio odore, cuscini che hanno abbracciato i miei pensieri.
Ci sono i telai delle mie finestre, sulle quali mi appoggiavo; le piante del giardino che accarezzavo con lo sguardo.

Citazione inserita il 29/05/2025
Categoria: NARRATIVA




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