Ecco un popolo che viveva nel clima più inclemente al mondo, nell’ambiente più rattristante possibile, angariato dalla fame in un paesaggio grigio e cupo reso ancora più tetro dall’assenza di vita, a tremare in una tenda d’autunno, a lottare contro le continue tormente d’inverno, a sgobbare e sudare quindici ore al giorno solo per trovare un po’ di cibo e sopravvivere. Sempre accalcati e immobili nei loro igloo nel corso d’una notte interminabile, avrebbero dovuto essere creature malinconiche, disperate e inclini al suicidio; invece erano persone gioviali, sempre ridenti, mai stanche di ridere.
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Un essere umano, in sintesi, è felice quando vive la vita adatta a lui; il calore e la comodità non hanno niente a che farci.