Nell’anno 2000 le guerre hanno causato la morte di 310.000 individui e i crimini violenti altri 520.000. Ciascuna di queste vittime, naturalmente, rappresenta la distruzione di un mondo e la rovina di una famiglia, ferite che rimangono aperte nella vita di amici e parenti. Tuttavia, da un punto di vista macro, queste 830.000 vittime hanno rappresentato solo l’1,5 per cento dei 56 milioni di individui che sono deceduti nell’anno 2000. In quell’anno 1.260.000 persone sono morte di incidente automobilistico (il 2,25 per cento della mortalità totale) e 815.000 hanno commesso suicidio (l’1,45 per cento)107.
Le cifre relative al 2002 sono ancora più sorprendenti. Sui 57 milioni di morti, solo 172.000 individui sono deceduti in guerra e 569.000 sono morti per crimine violento compiuto ai loro danni (per un totale di 741.000 vittime della violenza umana). Viceversa 873.000 persone hanno commesso suicidio. Risulta così che nell’anno seguito agli attacchi dell’11 settembre, nonostante il terrorismo e la guerra, l’individuo medio aveva più probabilità di morire suicida che di essere ucciso da un terrorista, da un soldato o da uno spacciatore di droga.
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