Le società in cui vive la maggior parte dei lettori di questo libro rappresentano soltanto una piccola fetta della diversità culturale umana, ma occupano una posizione dominante nella gerarchia planetaria: ciò non si deve a una loro intrinseca superiorità, bensí a fattori specifici come la supremazia tecnologica, politica e militare raggiunta grazie alla precoce introduzione dell’agricoltura, a sua volta legata a una maggiore produttività delle specie vegetali e animali locali domesticate. A dispetto di tale vantaggio, però, le moderne società industriali non possono rivendicare altrettanta superiorità nell’educazione dei figli, nel trattamento degli anziani, nella composizione delle dispute, nella protezione dalle patologie non trasmissibili e cosí via, ambiti nei quali migliaia di società tradizionali hanno sperimentato una vasta gamma di approcci diversi. Sapendo quanto il mio stesso approccio alla vita sia uscito trasformato e arricchito dal prolungato contatto con i popoli tradizionali della Nuova Guinea, posso quindi solo augurarmi che anche i miei lettori e la società moderna riescano a trarre ampi motivi di apprezzamento e ispirazione dall’enorme e variegato patrimonio delle esperienze umane tradizionali.

Risulta chiaro che questo libro e il più famoso Armi, Acciaio e Malattie hanno alla fine lo stesso concetto fondamentale di fondo: evidenziare come il progresso non sia assolutamente, in alcun caso, da intendersi in senso qualitativo ma sia invece solo un accadimento. Come dice in altra parte del libro: La vita è semplicemente una cosa che succede.