Anche a occhi chiusi ormai riconosco il socialismo. Forse è l'odore della benzina mal raffinata, ma appena mi affaccio al portellone dell'aereo che mi ha portato qui, so che sono arrivato in uno di quei paesi dove i poliziotti ti guardano come se tu avessi appena commesso un delitto, dove bisogna fare attenzione a quel che si scrive nella dichiarazione della dogana, dove bisogna pensare che i telefoni sono ascoltati [...] Apro gli occhi e tutto il resto segue all'odore del socialismo: la confusione, la sporcizia, le urla, i pacchi legati con lo spago, gli eterni lavori in corso, i tubi per terra su cui si inciampa, una pericolante passerella di legno su una fossa aperta e mai richiusa, proprio davanti all'uscita dell'aeroporto.
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