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fuoristrada | moto |
Inserito in DATA: 18/06/2012 | Vai ai
Edi Orioli è sceso in campo. Sicuramente, sarà stato tirato in campo a forza.
Ma ciò che dice è degno di essere rimarcato.
Possibile che quando si parla di moto - e non mi fermo solo all'enduro - si senta parlare solo dei danni che i motociclisti farebbero?
Possibile che esista solo la politica del "divieto"?
E dove sono loro, quando un giro d'Italia comporta nuovo asfalto?
Ci tengo a riportarlo, perché è un pensiero che merita, e detto da uno che ha lavorato tanto anche per far conoscere ambienti non a portata di mano, e sensibilizzare la coscienza di chi va in ambienti nuovi dove non c'è la civilizzazione.
TOLMEZZO. Dall’alto delle sue 4 Dakar vinte e dei due titoli mondiali di enduro, il friulano Edi Orioli ha qualcosa da dire a favore della Motocavalcata delle Alpi Carniche che scatterà oggi a Sauris sui sentieri montani, contestata da Cai e associazioni ambientalista.
«Da 35 anni pratico lo sport del fuoristrada e mi duole il cuore leggere ancora certe squallide affermazioni che denigrano queste specialità. È ovvio – dice Orioli – che di conseguenza mi sento anche preso direttamente in causa: ne usciamo come un mondo di delinquenti distruttori dell’ambiente, fuorilegge, casinisti, maleducati e chi più ne ha più ne metta. Però quando vincevo le Parigi-Dakar facevo comodo; adesso sono uno dei tanti da buttare in questo mucchio perché fa comodo di nuovo ma con una veste diversa. Alla faccia di chi per ormai abitudine o ordini superiori contesta sventolando la bandiera della pace, ma invece da buon democratico e progressista dovrebbe dialogare con il prossimo, alla faccia di chi contesta ogni volta spunta a cose fatte e non mi dilungo oltre».
Orioli si pone tante domande. «Come mai qualcuno ha la supponenza di essere sempre padrone assoluto della terra e tutti gli altri no? Ma è possibile, ogni volta che c’è una manifestazione motoristica nidificano tutte le specie del mondo proprio quel giorno su quello sterrato o pista forestale che sia? Ma è possibile che non ci sia mai una data nel calendario terrestre per una manifestazione motoristica che possa andare bene un po’ a tutti ? Ma è mai possibile che siano dati i permessi e poi come un fulmine a ciel sereno si tira fuori dalla mischia? Ma è possibile che chi si compra una moto con sacrifici non possa esercitare la propria passione senza essere additato da questi numerosi nullatenenti? Ma è possibile, che chi critica ha a disposizione parchi attrezzati da milioni di euro, piste ciclabili da sfalciare e da manutentare tutto l’anno per centinaia di km e tutto a gratis, ma costruite e realizzate anche con i soldi della comunità?».
Quello di Orioli non vuol essere un pensiero di protesta per alimentarne un altro «da chi probabilmente non ha molto da fare. Vorrei semplicemente dire – attacca – che mi fate una gran pena, ormai è una constatazione conclamata che dietro tutto questo c’è sempre un volto politico e quindi, per principio vostro, guerra continua... Questo è quello che volete, questo è solo quello che sapete fare».
Conclude il campione: «Scendiamo dal piedestallo per una volta: sarebbe molto più costruttivo e intelligente come fanno in tutti i Paesi civili trovare una via comune e regolamentare date, percorsi, perché no spazi comuni e condivisi, strutture ricettive per il turismo e quant’altro».
Anche il CAI contro la cavalcata:
No danni e permessi OK, i Sindaci replicano al CAI:
Il Vice Sindaco di Socchieve dice che è l'ultima volta, anche se la sua giunta ha dato l'ok:
Tutto ok al primo giorno di cavalcata:
Organizzatori soddisfatti, Motocavalcata un successo, e replica al CAI e al vicesindaco di Socchieve:
Ristraparla il vicesindaco di Socchieve, mucche impazzite e la sua Giunta non si capisce bene chi la guidi:
I bikers chiedono zone protette, disciplinare le gare coinvolgendo il territorio
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