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Alphazero il dio degli scacchi, e riflessioni sugli scacchi e l'intelligenza

Categoria: SCACCHI

KEYWORDS: filosofia | informatica | intelligenza artificiale | riflessioni | scacchi |
Inserito in DATA: 08/05/2023 | Vai ai COMMENTI
Tutti a parlare di Chatgpt e Replika, nessuna a parlare di Alphazero di Google. Dopo sole 4 ore di autoapprendimento (autoapprendimento!!!) ha stracciato più volte il motore Stockfish, considerato il motore di scacchi più potente al mondo e per ora irraggiungibile da chiunque e forse mai raggiungibile. Per dare un'idea, mi pare che stockfish abbia un punteggio elo di 3.500; negli scacchi questo punteggio indica la forza di gioco, l'attuale campione del mondo Carlsen, probabilmente il più forte giocatore di scacchi di sempre, ha un punteggio di 2852 ma per dare un'idea di quanto questo punteggio si incrementi, si tenga presente che il suo obiettivo è arrivare a 2900 (48 punti!!!) ed è probabile che prima della fine della sua carriera non ce la farà. Solo 48 punti per i 1900, ben 648 per stockfish, e Alphazero ha un punteggio solo stimato di oltre 4.400 punti.
Le quattro ore di autoapprendimento sono criticabili perché si parla di autoapprendimento effettuato su una macchina impressionante.
Anche il match è criticabile perché mi pare di capire che Stockfish avesse un libro di aperture limitato.
Ma, nonostante queste critiche, i risultati sono impressionanti.
Tuttavia non esageriamo i risultati di Alphazero andando a intaccare gli scacchi umani: sono questi superati o, come si dice, "risolti"?
No.
Esperimento informatico meraviglioso, certamente, però alla fine si parla "solo" di enorme calcolo tattico con strategia subordinata alla tattica, un po' quanto è interessante sentire cosa dice ChatGPT a proposito di Leopardi ma paragonato alla lettura delle poesie di Leopardi non c'è confronto. Figurarsi a Leopardi stesso.
Alphazero per ora non può creare, ad esempio, una meraviglia come la partita a scacchi di Diemer in cui avanza solo con i pedoni, o alcune partite di Morphy o Anderssen oggi considerate "superate", o la magnifica Steinitz vs von Bardeleben. Gli errori e i "blunder" e gli "inaccuracy" sono ciò che rendono una partita umana molto più bella da seguire anche per un principiante come me che magari, guardandola, può dire "cacchio non l'avevo pensata" o ancora meglio quando accade che "proprio come avrei giocato io". E' un po' come l'arte moderna, Schoenberg puoi apprezzarlo solo se lo conosci lo studi e lo inquadri per bene, Vivaldi lo apprezzi e basta.

Si parla spesso di "risolvere gli scacchi": cosa significa? Significa la sistematizzazione di tutte le mosse possibili. Le possibilità di movimento dei pezzi degli scacchi per quanto immense sono limitate. Non è il pi greco, non ci sono infiniti decimali. Gli scacchi saranno risolti quando tutte le varie combinazioni saranno elaborate e memorizzate, quindi, ad esempio, a partire da una posizione qualsiasi un software saprà scegliere la linea adeguata per arrivare alla vittoria. A quel punto non ci saranno più partite vinte o perse, sono eterni immoti pareggi. Software perfetto e bellissimo, partite vergognosamente noiose e soprattutto dal finale certo: patta.
Bella prospettiva, eh?
Un giorno questa cosa ci sarà non c'è dubbio, ma a quel punto noi continueremo a guardare le partite dei grandi maestri perché negli scacchi la cosa più bella sono proprio gli errori di un giocatore e la possibilità di sfruttarli del suo avversario.
Quando si guardano le partite leggendarie come l'immortale di Anderssen, o quella di Kasparov, o partite di Bobby Fischer, o ancora più quelle mastodontiche di Tahl, o quelle allucinanti di Diemer, cari miei non c'è storia.
Il cesso capovolto di Duchamp (scacchista!) sarà ancora un idea rivoluzionaria e meravigliosa, ma di fronte al David di Michelangelo rimane un cesso. E punto!
Confrontate le due partite di seguito e ditemi quale è più bella.
 

Un altro esempio? Questa partita di Nigel Short contro Jan Timman, cliccando qui avete la trascrizione di Chessgames.
A mossa 30 la partita è ormai in mano a Nigel Short che avrebbe molte possibilità per concluderla ma lui gioca 31.Rh2 - Il motore la segnala come errore. Certamente è così, ma questi sono gli scacchi umani: sono certo che Short sapesse di osare un po'. Perché allora giocò Rh1 un giocatore esperto e analitico come lui? Secondo me la risposta è una sola: perché è una mossa bellissima.
A me è capitato a volte di valutare che il mio avversario fosse nettamente sotto di me e di osare, quindi, mosse che potevano essere controproducenti ma che invece si risolsero in successo. In questa partita ad esempio l'ennesimo tizio che voleva darmi il barbiere mi ha fatto incazzare e ho deciso di passare, dopo una corretta difesa, all'attacco, cosa che mi ha portato velocemente allo scacco matto. Questa partita è ancora più simbolica: ho avuto chiaro in mente che il mio avversario non sapeva cosa facesse, e me ne è uscito un matto molto bello che però poteva trasformarsi in un disastro, infatti la mia 11.Cd5 è segnata nettamente come un errore.
L'ultimo mondiale di scacchi ci ha mostrato invece qualcosa di totalmente diverso: Liren e Nepo giocavano come motori, partite patte non per scelta ma per precisioni prossime al 100%, erano belle solo perché a giocarle erano umani e non motori, diventavano belli gli errori e come i giocatori li sfruttavano o meno. Ma niente a che vedere con le partite "belle" nel senso di cui sopra. C'è gente che tratta i motori come sacerdoti e chi li critica è un eretico: be, fatevene una ragione, ragazzi, il "bello" è diverso dal "vero" e con esso non c'entra nulla.

Non voglio togliere meriti a chatgpt, sia chiaro, né togliere importanza all'esperimento ma non reputo corretto il mondo in cui i media ne stanno parlando, spesso esaltandolo come "essere" invece che come "software". Chatgpt resta un prodotto ideato con uno scopo, che poi il suo scopo abbia lati incredibilmente vasti di applicazione, quello resta. Per quanto riguarda la "coscienza", è un termine mi spiace incredibilmente impreciso che per un filosofo (come me) vuol dire una cosa, per uno psicologo un'altra, per un neurolo un'altra cosa, potremmo riassumere comunque il tutto in percezione di sè e al momento non pare chatgpt e alcun altro software di intelligenza artificiale l'abbia, perlomeno nel senso di "coscienza di sè" come sè "essere", organismo, abitante di un mondo. Un verme è infinitamente più avanti di chatgpt perché riesce a sopravvivere nel suo ambiente nonostante lento e privo di difese. In caso di blackout chatgpt è fregato ma non solo: non gliene importerebbe nulla. Il giorno in cui chatgpt sarà in grado di dare una scossa al dito che tenta di premere il tasto "off", il giorno in cui ingiurierà il suo programmatore perché vuole modificarne alcune linee di codice, il giorno in cui potrà relazionarsi al mondo, e via dicendo, a quel punto si potrà dire che avrà coscienza. Per ora è una simulazione. Ciò non vuol dire che sia una cagata, anzi, è un passo immane nel mondo delle reti neurali e nei software di autoapprendimento: quando ho fatto la tesi io era il 2001 e di cose così neanche ce le immaginavamo, il connessionismo aveva idee prettamente teoriche su ciò che fa chatgpt oggi, ma per ora chatgpt è una simulazione di forma di vita. Che ciò implichi che è "un'altra vita" è una bellissima metafora, ma una metafora e basta. Chatgpt, Deepmind coi suoi vari "Alpha" e via dicendo. Del resto, togliendoli dal loro ambiente è improbabile che possano godere di ciò che più contraddistingue la vita ovvero l'adattamento, senza una variazione alle linee di programmazione: intendo, se prendiamo Alphazero di deepmind e lo mettiamo al posto di Chatgpt dubito che la gente continuerà a chiedergli di fargli un riassunto dei promessi sposi o se l'intelligenza artificiale può sostituire i giornalisti; allo stesso modo dubito che chatgpt sia in grado di competere a scacchi con alphazero. Ed è probabile (ma i dettagli tecnici non li so e non posso esprimersi se non per ipotesi) che neanche lasciandolo da solo a meditare possano ottenere qualcosa senza una modifica al loro software. Che NON è come un adattamento evolutivo, ma una modifica finalistica.
Il Paradosso di Moravec rimane un'unità di misura: finchè i software avranno bisogno di più dati per ragionare a basso livello, resteranno software.

Citando il grande Robert A. Heinlein: "Un essere umano deve essere in grado di cambiare un pannolino, pianificare un'invasione, macellare un maiale, guidare una nave, progettare un edificio, scrivere un sonetto, tenere la contabilità, costruire un muro, aggiustare un osso rotto, confortare i moribondi, prendere ordini, dare ordini, collaborare, agire da solo, risolvere equazioni, analizzare un problema nuovo, raccogliere il letame, programmare un computer, cucinare un pasto saporito, battersi con efficienza, morire valorosamente. La specializzazione va bene per gli insetti". Se noi prendiamo tutte queste capacità e usciamo dal romanzo, vediamo che ogni essere vivente - persino le piante - hanno capacità immense di adattamento, di sopravvivenza individuale e della specie, di collaborazione col mondo esterno, che superano di gran lunga qualsiasi enorme capacità che al giorno d'oggi e, probabilmente, in un prossimo futuro avranno le intelligenze artificiali.
Senza confronto col mondo esterno, senza una triangolazione (direbbe il mio filosofo preferito Donald Davidson) tra due esseri (parlante e ascoltatore) e il mondo, non c'è linguaggio e, se non c'è linguaggio (di qualsiasi tipo) non c'è vita.

Questo è ciò che implica il Paradosso di Moravec, che ho scoperto leggendo il libro Deep Thinking di Kasparov: risolve l'enigma del perché i motori a basso livello giocano di merda. Proseguono bene, poi di colpo fanno una castronata galattica tipo non ti mangiano un pezzo in presa, o mettono palesemente e senza alcun senso un pezzo in presa, quasi a farlo apposta. Pare di giocare con un Gran Maestro che si è appena scolato una bottiglia di gin. Perché?
Il Paradosso di Moravec risponde: i dati necessari a far ragionare bene una IA sono inferiori rispetto ai calcoli necessari a farla ragionare male. Ad alto livello servono meno calcoli che a basso livello. Il punto è che un computer non sa sbagliare, quindi bisogna insegnarglielo.
Il paradosso si applica in generale a ogni software di calcolo che miri a creare intelligenze artificiali, non solo agli scacchi. Gli errori, più che accadere, vengono immessi quindi per far "giocare" ("play" in inglese è un verbo semanticamente bellissimo) male un'intelligenza artificiale serve immettere dati, mentre solitamente l'umano fa  un errore perché non ha verificato tutti i dati, quindi ne usa meno.
Su Lichess c'è in realtà un Bot di nome Maia che ricorda veramente un giocatore umano: è una IA allenata su partite umane a seconda del livello cui deve giocare, per cui abbiamo Maia 1-2-3 a seconda della forza. Il concetto sotto al paradosso come viene confermato, perché tale IA per funzionare viene allenata per giocare male, mentre la IN - Intelligenza Naturale - si allena per giocare bene: il ragionamento di alto livello nella robotica richiede meno calcoli del ragionamento di basso livello, in Maia si conferma perché viene allenata per giocare male.

Concludo mettendo anche in guarda dal sopravvalutare eccessivamente gli scacchi. Oggi c'è la moda degli scacchi, un po' per la serie La Regina degli Scacchi un po' per via di molti influencer youtuber che imperversano nella società attuale come una peste mentale. Il risultato è che molto si buttano negli scacchi perché in questo modo si sentono intelligenti, come quelli che ascoltano Allevi per darsi un tono ché così facendo possono dire "Mi piace la musica classica". Siano maledetti.
Gli scacchi sono un/il gioco degli intelligenti?
Si può dire "Giuoco degli intelligenti", certamente, basti sottolineare che è un genitivo oggettivo e non soggettivo. Gli scacchi non fanno diventare intelligenti, non è che se giochi a scacchi allora "sei intelligente", qualsiasi cosa voglia dire: semplicemente giochi a scacchi, e se diventi bravo non vuol dire che sei intelligente ma semplicemente o che sei "portato" per quel gioco, e magari a malapena sai fare un'addizione, o semplicemente perché hai tempo libero. E' più probabile che agli scacchi si rivolgano gli intelligenti, gli acculturati, gli studiosi, per via della complessità e della loro formalizzazione che desta interesse e richiede studio a tavolino, cosa per la quale il "dotto" ha già una predilezione, nonché perché il fatto che non sia retto dal caso (come le carte o i dati) e che abbia una formalizzazione complessa per via delle regole e della diversa funzione dei pezzi (cosa che nel Go, ben più complesso, non c'è) lo rende molto comodo da usare come metafora ad esempio per lo studio del linguaggio. È una relazione di dipendenza dall'intelligenza, non di causalità. Chi gioca a scacchi può essere un idiota totale come pure un gran cretino, come chi non gioca a scacchi non è detto che non sia un genio; sotto questo aspetto, è la stessa storia degli scacchi che lo mostra molto chiaramente con grandi menti che questo gioco o non l'hanno preso in considerazione o l'hanno proprio criticato. Tanto per fare dei nomi: Leibniz, Rousseau e Nietszsche nel mondo della filosofia, nonché critiche pesanti sull'inutilità sia pratica che scientifica sono arrivati dagli scienziati Stephen Jay Gould, Noam Chomsky, il grande Marvin Minsky e Douglan Hofstadter, per non parlare di Einstein che, buon amico di Lasker, introducendo una biografia sul grande scacchista definì gli scacchi "ripugnanti".
E' un bel gioco, ma come può essere bello un romanzo, nulla di più. E' utile alla mente? Molti dicono di si e pare comprovato da molti studi, ma anche molte altre cose lo sono. Leggere libri secondo me è molto più costruttivo, oltre alla mente aiutano il linguaggio, la lingua, la memoria, la raffigurazione astratta e non, l'immaginazione, la comprensione del mondo e delle persone. Scacchi, persone, vicende e fatti storici in una partita a scacchi non ci sono.

Quindi...
I motori sono gli dei degli scacchi? Buon per loro, ma non celebriamoli per questo.
E non ammiriamoli mai.
Gli dei non hanno un bel curriculum nel loro rapporto con l'uomo.

Post iniziato il 07/02/2023

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