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Caduta catena e considerazioni varie sul perché ho smesso di salutare i motociclisti

Categoria: MOTO

KEYWORDS: moto | officina | riflessioni |
Inserito in DATA: 11/06/2018 | Vai ai COMMENTI
Era da un po' che la catena non mi sfagiolava. L'avevo tirata troppo spesso negli ultimi tempi, e avevo messo già in conto di doverla cambiare nonostante avesse solo 18.000 km circa sulle spalle. Pagavo il non aver montato la solita DID ma aver seguito il consiglio di un povero cretino optando per una PBR, e tutto si è evidenziato in questa storia.
Ieri parto per un giro modesto. Dovevo solo andare sul Meduna, pescare, prendere il sole, mangiare pitina, bere una birra e tornare indietro.
La moto andava bene, come suo solito.
A Meduno faccio 10€ di benza; faccio risalire la morosa e ripartiamo.
Passo il Lago di Redona, alla fine c'è una curva a sinistra con una salita e subito dopo c'è la solita baracca dell'honduregna dove si paga non poco, ma il posto è carino e non devo farci un pranzo completo ma solo mangiare della pitina e bere una birra e lei ha una magnifica pitina, una magnifica salsiccia, un magnifico frico o qualcosa di simile, una magnifica grappa.
Un tizio con una custom è fermo a bordo strada, rallento e gli faccio un cenno per chiedergli se ha problemi ma mi risponde che è tutto ok e proseguo. Lo faccio sempre. Sempre.
"Forse trovo anche mio fratello" penso mentre faccio il tornante e inforco la salita.
La prendo un po' a bassi giri, sono anni e anni che faccio quella strada ma quella curva la prendo sempre male.
La moto tira male, saltella, scalo marcia per riassestare i giri, e... sbrengh!
Trazione zero, "La frizione dioboia" penso ma non è quella perché funziona tutto. La ruota però non gira. Accosto, in salita, ed è successo: catena caduta.
Metto la morosa a segnalarmi com'è la strada, a spinta giro la moto e faccio la discesa a motore spento per andare in una piazzola di sosta.
Mentre facevo la manovra passa una moto con una coppia e mi guardano, ma sono incasinato con l'inversione in discesa e non posso mollare il manubrio, mi guardano e se ne vanno via dritti e sul momento non ci penso più di tanto.
Mentre scendo in folle mi accostano: hanno fatto inversione e suppongo sia per darmi una mano.
Si fermano e obbligano così anche me a fermarmi perdendo l'inerzia della discesa, ma vabbé, se è per aiutare...
"Mi è caduta la catena" gli dico...
"Ah, accidenti" risponde lui
Rimango un po' perplesso per la risposta... Non si sollevano neanche il casco, un modulare.
"Ora accosto e vedo cosa riesco a fare" dico io.
"Il passo di Rest è chiuso?"
Ok amico, magari mettici un po' di animo di comprensione.
"Si, il cartello qui a fianco dice così" rispondo ormai già laconico.
"Infatti l'ho visto" - e allora cosa me lo domandi a fare?
"Secondo me puoi farlo comunque" gli dico non sapendo che fare.
"No se è chiuso preferisco di no".
"Vedi tu", e non capisco il senso di questa conversazione. Sarà per rompere il ghiaccio quindi chiedermi se ho bisogno di una mano (e palesemente ne ho)?
"Be fammi accostare un attimo" perché ho capito che vuoi parlare, ma io sto comunque spingendo la moto e potresti anche venire più vicino o fermarti per almeno agevolarmi a smuovere il bandone nero.
"Quella strada subito prima, dove porta?"
"Porta a Clauzetto" gli rispondo, e vedo che ha la mappa aperta sul suo bel portamappa da serbatoio di marca, nonché il cellulare sul manubrio in modalità navigatore, nonché un navigatore Garmin su apposita staffa nel cruscotto.
"Si ho visto nella mappa".
Al che cazzo mi chiedo cosa cazzo voglia, forse darmi una mano ma si vergogna a dirmelo?
"Adesso parcheggio la moto e provo a vedere cos'ha la catena" gli dico secco perché, alla fine, non l'avevo ancora parcheggiata nella piazzola a bordo strada ed ero sotto il sole con la moto in discesa
"Ok ciao" e riparte lesto; vedo i loro bei giubottini ad alta visibilità allontanarsi. Non riesco neanche a rispondergli né mi fanno alcun cenno.
Ma vaffanculo dioboe, ma dimmi te. 'Sto coglione! Neanche chiedermi se mi serviva una mano, un attrezzo, un consiglio, una battuta per tirarmi su il morale, qualsiasi cosa. Ero con la moto in discesa fermata per loro prima di arrivare alla piazzola che ora devo raggiungere a spinta e non hanno neanche pensato di parlarmi mentre avanzavano, no si erano proprio inchiodati costringendomi a fermarmi a mia volta. Una parola sarebbe bastata.
Ma ormai è così: mi sto abituando a questa magnifica "fratellanza" motociclistica.
Ora è tutto un giubbetto fosforescente, una tuta completa da gran viaggio, un tris di bauletti simil-container, un set di navigatori e fanculo al sostegno reciproco.
Mi era già successo qualche anno fa in Slovenia in un distributore: partenza per le ferie e moto stracarica, poggiavo il piede per fare il pieno e non mi accorsi di una chiazza di gasolio sulla quale la scarpetta da ginnasti non faceva presa e dovetti poggiare lentamente la moto a terra, stracarica di bagagli era ingestibile. Una comitiva di motociclisti (italiani) a 4/5 mt da me non fece neanche cenno di darmi una mano e per risollevarla, arrivarono due sloveni in auto e furgone e il benzinaio. 
Io quando vedo uno fermo a bordo strada senza un banale motivo che siano foto e cicca, sempre o mi fermo o faccio un cenno per chiedere se è tutto ok. Un tempo succedeva sempre così. Da qualche anno, quando gli hipster/youtuber/modaioli hanno invaso, come una chiazza di petrolio in mare, ogni ambito della vita umana, e nella moto hanno dato vita ai barbuti con le café racer, agli harleysti pieni di toppe senza alcuna storia, o ai GS perennemente con le valigie laterali e i giubbottini ad alta visibilità, la fratellanza si conclude sempre nell'esporre orgogliosamente due dita ma basta. Finisce lì. Niente di più.
Alla fine mi metto a bordo strada, scarico bauletto e sella, prendo gli attrezzi e mi metto a sistemare tutto: la catena è caduta dalla corona, smollo la ruota, reinserisco la catena, tento di controllare il pignone ma mi manca una bussola da 8 per togliere il copripignone e così non posso che rimontare tutto e controllare la trazione.
Sono steso per terra sull'asfalto, sotto il sole, con le mani sporche di olio e la morosa che si danna a tenere sollevata la ruota dietro facendo leva sul cavalletto e a fianco a noi saranno passate non meno di venti motociclette. Non meno: sicuramente di più, forse il doppio.
Se su di me, steso per terra con chiavi e mani sporche d'olio già non c'erano dubbi sul fatto che ci fosse un problema alla moto, ma si potesse pensare che stessi già risolvendo, la mia morosa incasinata a tenere sollevato un bandone di 230kg avrebbe, a mio parere, dovuto ispirare un po' di compassione ma non è così, e sento il rumore di moto che passano a 40/50cm da noi senza degnarci nemmeno di una decelerazione.
Non è che stando per terra steso con le mani luride e unte riesca a mettermi a fare tanti segnali alla gente per chiedere aiuto, ma data la scena c'era bisogno? Almeno uno che avesse chiesto qualcosa alla Betta. Sarebbe bastato uno solo, una goccia in una brocca, per ridarmi un po' di fiducia nella comunità biker.
Invece tutto ciò che ricevetti fu 'sto cazzo.
Ricordo quando in Libia rimasi senza benzina a bordo strada tra Tripoli e il confine tunisino. Ero da solo in mezzo a una pianura sterminata con solo una strada lunga 180km a collegare un distributore e un villaggio, nel mezzo nulla se non me fermo col sole che tramontava. Non ci fu un'auto, o un camion, o un pick-up, non ci fu un camionista, un commerciante, una famiglia, che non si fermò a chiedermi come stavo. Chi per offrirmi acqua, benzina, o persino un traino fino a un distributore che tra l'altro era a soli 10km. Non ci fu uno che passò via dritto. Un tizio, dopo aver sentito che non mi serviva niente e che a breve mi sarebbero arrivati i soccorsi con una tanica si fermo un attimo con me semplicemente a farmi compagnia e a dirmi "Che bello, tramonto Libia".
Ricordo anche qualche anno fa quando di notte scivolai sull'asfalto bagnato e mi ritrovai per terra a bordo strada: l'unico che si fermò fu un "marocchino" che, nonostante i pantaloni bianchi, scese nel fango e si offrì di darmi una mano.
Insomma alla fine ero già preparato a non farmi illusioni sulla brotherhood delle due dita: controllo la catena e la tendo tenderla ma scopro che si è stirata parecchio. Devo regolarla quasi al massimo dei registri perché non sembri un pezzo di gomma!
Tenendo conto che siamo in due, con un bauletto carico tra roba da bagno, da pesca, da sole, meglio non tirarla del tutto e così la lascio un po' lasca, nel complesso non ho comunque molta scelta perché sono al limite. Tirarla troppo, se sta cedendo come pare, è peggio, e comunque ho ancora tre posizioni di regolazione libere per cui chiudo tutto e mi appresto a ripartire. 
Mi pulisco le mani alla meglio sui calzoni e mentre ci rivestiamo dico alla morosa "Certo che, a parte i primi due coglioni sfigati, almeno uno che avesse anche solo rallentato o fatto un cenno" e lei mi risponde "E tu pure a chiedere a quel tipo fermo a bordo strada se aveva un problema, poco fa". Già.
Riparto per tornare a casa: l'umore è in merda, e la catena non è affidabile, sarebbe inopportuno fermarsi comunque qui a tornare a casa sul tardi. Oltretutto la catena è solo caduta: mi fa tremare, piuttosto, l'idea di una catena rotta che si ingarbuglia sul mozzo o i raggi bloccando la ruota...
Durante tutto il ritorno sento la catena saltellare e a tratti slittare.
Bentornata, DID525, e non cambierò mai più.
Tra l'altro il risparmio economico è ridicolo: da un lato la PBR costa meno, ma la DID non è che costi un'esagerazione; inoltre è un ricambio che dura a lungo e il costo si ammortizza in migliaia e migliaia di chilometri, per cui risparmi di questo tipo (come ad esempio sulle pastiglie dei freni) su ricambi che influiscono sulla sicurezza li considero risparmi del cazzo. A suo tempo col mio amico volevo comunque comprare la DID ma alla fine decise lui per me dato che doveva fare un ordine cumulativo e questo è stato il risultato. Sui ricambi spendete, spendete, calcolate bene l'eventuale risparmio e chiedetevi anche "Ogni quanto cambio questo pezzo?".
Soprattutto, non aspettatevi mai una mano dagli altri motociclisti.
Aspettatevi al massimo due dita fuori.
Ma non da me.

P.S.: seguito precisazione a un commento, non saluto ma mi fermo e fermerò sempre se vedo qualcuno fermo a bordo strada.

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Commento postato da MIO-MAO il 14/09/2022:
Caro Bostro, hai reso benissimo la lontananza che si sta generando tra le persone dotate di moto; ma i motociclisti sempre si preoccupano e preoccuperanno di altri dotati di moto. Continuerò a salutare, ma maggiormente a preoccuparmi per "l'Altro".
Commento postato da BOSTRO-X il 16/06/2021:
Ho smesso di salutare ma non di essere motociclista, mi fermo sempre se c'è qualcuno fermo, anche se non saprei dargli una mano in praticamente nulla e forse gli farei solo danni penso sempre che un po' di conforto sia buona cosa (anche se adesso la moto è praticamente perennemente ferma)
Commento postato da MARCO il 16/06/2021:
Caro Bostro,ti leggo e mi fai sorridere.Quando piove, sta venendo buoi e tu bestemmi per stallonare la gommazza posteriore a bordo strada e per quasi due ore non si ferma nessuno arrivi per forza alle tue stesse conclusioni. Che sia il nonno con il Guzzi Alce ,il ragazzo Vespista,il bmwista io continuo a fermarmi. Non lo faccio per loro ma lo faccio per me stesso perchè voglio esser persona migliore di chi passa indifferente.Pensaci




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