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IL MIO WAGNER

Giuseppe Sinopoli

Categoria libro: Divulgazione
Stato lettura: LIBRO CONCLUSO IL 28/11/2023
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In prima battuta vorrei fare una critica al sito dove l'ho acquistato ovvero libreriauniversitaria.it: spiegatemi con quale cuore potete fare una cosa simile! Per fortuna sono una persona che odia le recensioni online nei siti dedicati ma qua, nel mio sito, un obbrobrio così lo devo mostrare: come si può, in un libro più piccolo di un tascabile, apporre un'etichetta alla cazzo, peraltro sopra una citazione??? Mi è venuto un nervoso che avrei chiesto il reso non fosse che con pazienza e un taglierino sono riuscito a levarla. Ci tengo anche a sottolineare una indelicatezza addebitabile all'editore: la citazione nascosta dall'etichetta "Wagner è l'artista moderno par excellence, il Cagliostro della modernità" l'avevo annusata subito come strana perché critica, ed infatti è tratta da uno degli scritti di Nietzsche contro Wagner; non capisco il senso di mettere una critica a Wagner sul retro di copertina mentre il libro di Sinopoli ne è una celebrazione! Vabbé, lasciamo perdere e andiamo avanti.
Libretto molto bello, un centinaio di pagine con pensieri concisi, Sinopoli si dichiara un grande appassionato di Wagner e le analisi che fa sono molto interessanti. L'Anello è da sempre riconosciuto come contraddistinto da una profonda analisi psicologica incredibilmente fedele alla psicoanalisi di Freud che però comparve ben 50 anni dopo la stesura della Valchiria. L'inconscio, le pulsioni, l'Eros, in Wagner troviamo tutto ed ha ben ragione Sinopoli a dire che "il pensiero di Freud è un'applicazione alla psicologia del profondo del mondo wagneriano".
I quattro capitoli sono dedicati ciascuno a una giornata del Ring e sono tratti da conferenze quindi c'è un discorso a ruota libera in cui di Wagner si parla da varie prospettive, grazie all'enorme cultura di questo grande direttore.
Sinopoli parla da un punto di vista psicologico, del resto era laureato in medicina e specializzato in psichiatria, e di analisi psicodinamiche di Wagner ce ne sono già molte e i saggi di Mann sono classici. Ne parla da un punto di vista filosofico con richiami a Nietzsche e alla diatriba tra i due, a Schopenhauer con il tema della volontà, a Feuerbach, a Levi-Strauss. Si sofferma su analisi dal punto di vista sociale, con digressioni sul mondo contemporaneo a Wagner e, ad esempio, la sua militanza in barricata e cosa ha significato. Ovviamente parla anche da un punto di vista musicale, con approfondimenti su particolari scelte stilistiche anche piuttosto approfondite e dedicate a un lettore non a digiuno di teoria musicale. Scende nei meandri del punto di vista mitologico, con riflessioni sul mito in Wagner e in senso universale e storico, a mio avviso interessantissimo e ai tempi dell'università per un esame scrissi una tesi sul Mito dell'Eroe di Jung applicato proprio all'Anello del Nibelungo. Infine, ci sono inflessioni biografiche sull'uomo Wagner con anche simpatici aneddoti tratti dall'autobiografia e le sue lettere, ad esempio fa sempre specie pensare che Wagner non fosse un gran pianista e quindi andasse a casa di Liszt per sentirlo suonare le sue partiture preparatorie alle opere; immaginare che una persona che non sa suonare bene riesca a tenere testa a simili orchestrazioni... ma del resto Beethoven componeva le opere più maestose quand'era già sordo.
E' un libello profondo e dotto, dalle mille sfaccettature, che ci parla di psicologia, filosofia, musica, di Wagner e di Sinopoli stesso, estremamente erudito e attento, ma resta un libro piacevole. Certamente bisogna essere amanti di Wagner e bisogna averlo studiato un po', l'immane lavoro di Thomas Mann secondo me resta una lettura obbligata per chiunque voglia apprezzare il Ring e capire quanto sia un'opera immortale, ma Sinopoli dice senza paura una cosa magnifica e che da sempre io appoggio in pieno: il Ring si può comprendere meglio senza la visione, senza la scenografia. Da un lato la visione è limitante, dall'altro la scenografia è spesso fatta senza lo studio analitico della musica ma a partire dai testi, e i testi in Wagner sono solo una piccola punta di un enorme iceberg. Senza contare, poi, che le scenografie spesso, troppo spesso, contestualizzano le opere, ad esempio rappresentando Wagner in giacca e cravatta, una cosa che Sinopoli dichiara subito non apprezzare per nulla e la cosa mi rende ancora più vicino a questo immenso magnifico direttore.
E' sempre bello tornare a Wagner, anche con la lettura.
La cosa che più mi fa nervoso è che a distanza di anni non esiste ancora una stampa della magnifica esecuzione che Sinopoli fece di questo maestoso ciclo al leggendario teatro di Bayreuth nel 2000, primo italiano nella storia a dirigere il ciclo completo e con una interpretazione fenomenale che io conosco solo per le mie registrazioni su cassetta dalla diretta di Radio 3 e qualche spezzone su Youtube.

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