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La leggendaria decima sinfonia di Gustav Mahler

Categoria: MUSICA

KEYWORDS: mahler | musica | musica classica | recensioni |
Inserito in DATA: 14/11/2023 | Vai ai COMMENTI
La decima sinfonia di Gustav Mahler è qualcosa come il Santo Graal per i cristiani, solo che quello è pura fantasia mentre della maestosa decima di Mahler abbiamo almeno il primo movimento. Abbiamo... pare che l'avevamo, invece, perché dalle moltissime bozze lasciate dal compositore, molti musicologi e direttori hanno lavorato per tentare di ricreare per quanto possibile ciò che avrebbe dovuto essere, ed ora è, il monumento di questo grande artista, il suo "abschied".
 
Come disse Cooke, quello che più lavorò alla ricostruzione della sinfonia, il suo scopo era creare una "versione eseguibile" della sinfonia ovvero cercare di limitare al massimo le aggiunte. In teoria anche la versione di Barshai segue lo stesso principio. L'ascoltatore normale come può poco può fare oltre a leggere la pagina di Wikipedia e qualche altro articolo in merito; molte domande restano così aperte. Le fonti erano attendibili? Quanto Alma Mahler, la perfetta femme fatale, si intromise? Quanto gli sviluppi successivi della teoria musicale hanno influenzato i lavori? Quanto, nel caso di Barshai, la scuola russa si è direttamente o indirettamente intromessa? Quanto ha influito la formazione dello studioso stesso, o il suo gusto personale, o le sue idee teoriche?
Oltre a non poterlo fare, non ho neanche interesse a fare una ricerca filologica per giustificare o meno il risultato.
Mi affido dunque al mio orecchio per chiedermi: cosa ne è risultato? Be, sicuramente qualcosa che è mahleriano, non c'è dubbio, e allo stesso tempo si può notare una certa coerenza di fondo tra il primo movimento, completo e del quale ho la versione di Abbado da molti anni, e i restanti quattro movimenti. Ed è meraviglioso. E' una sinfonia meravigliosa, e scoprirla dopo così tanti anni mi ha dato una grandissima emozione, come se avessi ritrovato qualcosa di estremamente caro.
Non mi interessa sapere se è o non è Mahler, per me è Mahler e ciò mi basta.
Mahler lo scoprii a fine anni '90 con un CD della Quinta allegato a una rivista di musica, la direzione era di Abbado: la ascoltai e riascoltai convinto di trovarmi di fronte a qualcosa di alieno. Non conoscevo ancora Visconti quindi l'Adagietto per me era nuovo, e penso sia uno dei brani che più ho ascoltato, sicuramente ancora più di qualsiasi cosa di Wagner. Forse solo un po' meno di Per Elisa che a mio avviso resta un monumento all'umanità irraggiungibile. Ma questo Adagietto è qualcosa di etereo, del quale pensai "Dove trovare l'ispirazione per comporre qualcosa di simile? Osservare il nulla. Guardarlo, studiarlo comprenderlo, ma soprattutto passivamente accettarlo".
Uno dei CD più cari che ho è il doppio di Abbado in cui il grande maestro, a mio avviso uno tra i migliori interpreti di Mahler, dirige la nona e il primo movimento della decima; queste due sinfonie sono per me la summa dell'opera di Mahler. Vi si ritrova tutto ciò che le altre sue sinfonie sono, anzi, vi si ritrova tutta l'opera di questo immenso compositore. Adoro la prima, la seconda soprattutto, la quarta, la quinta, la sesta, mentre la terza e la settimana e l'ottava mi piacciono ma le ascolto più raramente. Ma la nona e la decima le avrò ascoltate 100 volte, in quel cofanetto. Forse l'unica cosa che mi dispiace, ma solo a livello emotivo, è che la decima che conoscevo, concludendosi con quel lamento garbato ed evanescente, era la perfetta conclusione di un'esperienza.
Di certo, dopo aver ascoltato il quarto movimento della Decima, non mi dolgo più di tanto che i miei ricordi siano stati così violati. Quando ho ascoltato per la prima volta l'intera decima con la direzione di Chailly a condurre la versione detta Cooke II, sono rimasto folgorato dall'ultimo movimento: qualcosa di ultraterreno, spietato, brutale e triste, concettualizzazione pura della nostalgia e dell'abbandono.
Mi dispiace immensamente che Abbado non abbia (potuto? voluto?) diretto una di queste ricostruzioni.
Sono questi i momenti in cui sono contento di essere un ascoltatore superficiale: è probabile che lo studio delle fonti e delle bozze mi porterebbe a rigettare tutte queste ricostruzioni, mentre grazie alla mia superficialità ora, dopo circa 25 anni di amore per Mahler e di quell'Adagio che ho ascoltato mille volte dal mio cofanetto di Abbado, posso ascoltare anche quel magnifico ultimo spietato movimento, di chiunque sia la paternità.
Qui riporto la versione di Barshai, semplicemente per il motivo che è quella che ho acquistato. Anche quella di Chailly è bella, anche se non mi piacciono alcune sue scelte, soprattutto i timpani nell'ultimo movimento e il tono generalmente basso dei fiati che fa andare un po' sottotono quelle dissonanze tra un timpano e l'altro che paiono veramente delle crepe nell'atmosfera.
Mahler è un compositore difficile, si possono apprezzare alcuni movimenti più facili come i suoi adagi: quello celebre della quinta, il canto soave nella seconda, o il poco adagio della quarta, ma ascoltare tutte le sue sinfonie è cosa non da poco.
Il modo migliore è a mio avviso entrare nell'ottica di quest'uomo depresso, fisicamente malato, sposato a una donna bellissima che lo amò e sostenne ma che pure alla fine lo tradì (certo non facendo una facile, con un uomo simile), il cui sguardo si volgeva continuamnete al crollo di un'era, al crollo di un mondo, al crollo delle vite, alla morte della primogenito, sovrastato da una negatività e da un destino avverso cui tentò ma male di contrapporsi.
Io quando lo ascolto vedo scene di caos primigenio: nella prima l'emergere di un Titano folle e immorale, nella quarta mi pare sempre di veder irrompere un carretto pieno di folli nani bercianti che trillano campanelli, nella seconda il crescere delle montagne in un pianeta arido, nella quinta una marcia funebre di giganti muti, nella nona un paesaggio nebbioso autunnale con un sole pallido. Ora ho la decima, e vi vedo la morte, la fine, la conclusione; di cosa? Di tutto, di niente in particolare, come fosse concetti.
Mahler era da sempre convinto che il destino gli fosse avverso, e non a torto si può pensare: era terrorizzato dalla "maledizione della nona", quel timore reverenziale dei grandi sinfonisti nel limite ideale imposto dai monumenti di Beethoven; tant'è che tentò di fregare il destino dando il nome "Das Lied von der Erde" a un ciclo di lied che in realtà aveva pensato come una sinfonia, e sua moglie alma durante la composizione dei Kindertotenlieder gli disse che era assurdo da parte sua continuare a provocare il fato, e guarda a caso poi gli morì una figlia. Affrontare la decima fu un gesto di coraggio e follia assieme, che però gli fu fatale; la maledizione si impose, sua moglie lo tradì, e poco dopo lo stesso fece il suo debole cuore.
Con la sua morte il mondo diventò più triste ma le sue musiche sono perfette per i titoli di coda di un'era grandiosa, cui seguì il disastro.
Uno dei suoi brani che preferisco è Der Abschied da Das Lied von der Erde e quanto c'è il canto, l'urlo, "O sieh! Wie eine Silberbarke schwebt Der Mond am blauen Himmelssee herauf" - "Guarda! Come una barca d'argento, dondola la luna sull'azzurro lago del cielo" mi viene ogni volta la pelle d'oca.
Forse era veramente quella la sua Decima, il suo vero finale.
 
Post iniziato il 02/12/2022 giorno in cui scrissi su Facebook "Ho scoperto solo ora che esiste una ricostruzione di tutta la leggendaria 10a sinfonia di Gustav Mahler."
 
Qui si seguito la playlist con l'edizione/ricostruzione del direttore d'orchestra Rudolf Barshai che qui ne è anche direttore. Che dire? Domanda sbagliata, perché... c'è veramente qualcosa da dire? No, c'è da tacere.
 

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Commento postato da BOSTRO-X il 24/01/2024:
JOSEPH.SIMONN843 thanks a lot but i'm not so expert as it may seem :-)
Commento postato da JOSEPH.SIMONN843@GMA il 24/01/2024:
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