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Sinfonia n. 2 di Alfredo Casella diretta da Gianandrea Noseda

Categoria: MUSICA

KEYWORDS: musica | musica classica | recensioni |
Inserito in DATA: 25/07/2018 | Vai ai COMMENTI
In questo giorno del 1883 nasceva Alfredo Casella, e oggi lo ricordo con una sua sinfonia, un suo interprete, e una riflessione.
Una persona che non segue la musica classica difficilmente riesce a comprendere l'importanza del direttore d'orchestra. Ho sentito più e più volte la frase "Ma a cosa serve? Non conoscono lo spartito?". Già ci si potrebbe chiedere come si fa a dare per scontato che un musicista impari a memoria lo spartito di una composizione che può durare anche varie ore; oltre a ciò, bisognerebbe dare per scontato che impari anche le varie personalizzazioni, espressioni, interpretazioni e variazioni; infine, bisogna dare per scontato che sia anche in grado di rapportarsi a tutti gli altri elementi dell'orchestra.
Bisogna tenere conto che, differentemente da un libro, uno spartito musicale non è mai completo di per sé. In realtà neanche un libro non lo è visto che deve subire le traduzioni, cosa mai facile. Uno spartito è ancora peggio perché è come se nel libro che state leggendo trovaste scritto anche come leggerlo: "urlare", "sussurrare", "fare una pausa prima di proseguire", "leggere con voce tremula", "pronunciato male" e via dicendo.
Sfortunatamente in Italia c'è, tra le varie ignoranze diffuse, una incredibile ignoranza musicale. Quasi assurda peraltro, vista la nostra storia in merito a livello di compositori ed interpreti sia nel passato sia contemporanei.
Uno spartito è un libro che non è scritto in italiano ma in simboli, e soprattutto la struttura di un'orchestra cambia, gli strumenti di oggi suonano spesso differentemente dagli strumenti del tempo dello spartito, tanto per citare alcune complicazioni. Alcune composizioni suonano meglio con altri strumenti quasi che il compositore presentisse già la nascita di nuovi strumenti: il pianoforte è un esempio tipico, poiché molte composizioni per tastiera suonano persino meglio sul pianoforte che, ad esempio, sul clavicembalo o sul fortepiano.
Comunque, l'interpretazione dello spartito è compito del direttore: egli analizzerà lo spartito riga per riga e nota per nota, consulterà gli appunti eventuali del compositore e/o dei suoi predecessori, darà il suo tono alla musica, coordinerà le varie parti dell'orchestra sia a livello di ritmo che di sonorità (quanto i fiati dovranno prevalere in una particolare sezione rispetto agli archi, ad esempio) e il tempo durante tutta la sinfonia, con l'indicazione per le varie sezioni dell'orchestra su quando e come attaccare,su quando e come fermarsi durante le varie parti dell'opera. Ovviamente il compito non finisce qua, ma è così semplificabile.
Il momento in cui vediamo il direttore dirigere l'orchestra è in realtà l'ultimo momento di una lunga serie di prove che può durare mesi o anni.
Un esempio sono le sinfonie di Beethoven dirette da Abbado che esistono in varie versioni e tutte quante differenti in maniera palese, nonostante lo stesso direttore e spesso la stessa orchestra. Ricordo una delle sue ultime incisioni, quando era già malato di cancro: suonavano non più maestose, ma intime e potenti seppure sottomesse.
Quello in sostanza che stiamo guardando non è un insieme di strumenti musicali, ma un solo strumento musicale suonato da un musicista: il musicista è il direttore, lo strumento è l'orchestra. Avete mai visto uno strumento suonare da soli? Oppure: capite che inserendo uno spartito in un software si ottiene la musica suonata, ma è molto meglio se a suonarla è un musicista?
Tornando a Casella, di seguito potete sentire, e vedere, la sua Sinfonia n. 2 suonata dalla Frankfurt Radio Symphony Orchestra e diretta da Gianandrea Noseda: composizione magnifica e potente seppur difficile. Potete provare a cercare qualche altra versione e sentire così le differenze. Ma soprattutto potete vedere un altro ambito della musica classica: la possibilità che dà al direttore di poter suonare un brano senza aver in mano nessuno strumento; eppure come si nota, la sente, è come se suonasse, perché come un giocatore di scacchi può giocare partite a mente, un direttore può prefigurarsi la musica in testa.
La potenza che Noseda esprime è incredibile, l'interpretazione magnifica, e se si pensa che le espressioni che fa siano al solo fine di darsi un tono, be allora ragazzi miei della musica classica voi non avete proprio capito un cazzo né lo capirete mai e potete tornare ad ascoltare i vostri Jo Satriani, il vostro Allevi, il vostro Young Signorina nella vostra fottuta vita di merda.


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