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Dell'omeopatia e paradossi di ignoranza

Categoria: PENSIERI

KEYWORDS: filosofia | riflessioni | scienza |
Inserito in DATA: 29/06/2018 | Vai ai COMMENTI
Il paradosso dell'ignoranza l'ho già citato in un post su libri, lettori, ed Italia. E' l'effetto Dunning Kruger: "Le persone pochissimo esperte hanno una scarsa consapevolezza della loro incompetenza". Tanto maggiore è una incompetenza, tanto minore è la coscienza di questa incompetenza, tanto maggiore è la presunzione di competenza.
Roberto Burioni è un medico che dalla sua pagina Facebook lancia continui strali a difesa della conoscenza e contro chi la critica alla cazzo. Scusatemi la trivialità, ma spesso non c'è espressione più adeguata. Ha scritto un libro, "La Congiura dei Somari. Perché la scienza non può essere democratica" che mi piacerebbe proprio leggere e prima o poi lo farò.
In un suo bellissimo articolo ha spiegato il motivo per cui è una fortuna che la omeopatia non funzioni, tratto proprio dal suo libro, che non voglio vada perso nei meandri di Facebook per cui me lo salvo qui.
Il paradosso dell'ignoranza, in questo caso, vale moltissimo poiché l'omeopatia si autogiustifica ponendosi di solito come alternativa alla scienza dichiarata fallimentare o dannosa, e lo fa di solito proprio con termini scientifici.
Non c'è però tanto da ridere, viste quante persone sono vittime di queste finte cure che molte volte risultano fatali per la loro inutilita. Oltre al grande sconfitto di tutta questa discussione, ovviamente: il povero, simpatico somaro.
Prima di proseguire alla scoperta della magnifica Teoria della Diluizione ovvero che più un prodotto è diluito, più è efficace e che dovrebbe scatenare solo un attacco di risa e nulla più (fate mente locale: più acqua mettete nel vostro spritz, più vi ubriaca), vi ricordo gli altri due magnifici atti perfezionanti della filosofia omeopatica: 1) la legge della similitudine, per la quale il simile cura il simile, ovvero il caffé cura l'insonnia, dopo una sbronza dovete bere una grappa, se vi fa male un dito martellatevene un'altro e via dicendo; 2) la legge della succussione, per la quale più il "medicinale" diluito è agitato, più diventa efficace, ovvero per la quale più diluite un principio e più lo agitate, più diventa valido, quindi se vuoi diluite con acqua il vostro spritz vi sbronzate prima, ma più lo agitato più ancora prima vi sbronzate, quindi prendete una molecola di vino e la mettete in una bottiglia di acqua, quindi la agitate bene, la bevete e vi fate una ciocca enorme direte voi e invece no! Perché qui interviene la magia (magia vera, ovvero la magia di coloro che riescono a dare un prezzo al fumo e pure a venderlo) perché l'omeopata vi dirà "No, questa è una medicina, devi usarla per guarire" quindi dopo una ciocca ciò che dovete fare è bere il vino ma berne una molecola diluita in un litro di acqua. Insomma, vi dice che dopo una ciocca dovete bere acqua. Fico, no?

PER FORTUNA, L'OMEOPATIA NON FUNZIONA
La chimica è una scienza che fa funzionare le nostre vite. Il nostro metabolismo, il motore a scoppio, le lenti a contatto, il vino, il prosciutto, la marmellata, lo schermo sul quale leggete queste parole perché la chimica che conosciamo è corretta. La chimica – quella che ha permesso di mettere a punto lo schermo del computer e i suoi microprocessori così come lo shampoo con il quale ci laviamo i capelli – ci dice con assoluta precisione quante molecole ci sono in una data quantità di qualunque materiale. Per esempio ci permette di sapere infallibilmente, grazie al numero che prende il nome dal chimico italiano Lorenzo Romano Amedeo Carlo Avogadro, conte di Quaregna e Cerreto, che in un bicchierino di alcol (etilico) di circa 10 millilitri c’è più o meno un numero di molecole corrispondente a 1 seguito da 23 zeri. Se prendo quel bicchierino e lo diluisco in una bottiglia da un litro piena d’acqua, l’ho diluito cento volte.
Quindi, se da quella bottiglia verso 10 millilitri di alcol diluito in un altro bicchierino, le molecole della sostanza dalla quale siamo partiti saranno cento volte meno, vale a dire 1 seguito da 21 zeri. Se diluisco ancora cento volte, le molecole saranno ancora meno (1 seguito da 19 zeri) e via dicendo. Ogni volta che diluisco devo togliere due zeri. L’omeopatia si basa su diluizioni come quelle che vi ho descritto. La diluizione 1CH (o 1C) è una diluizione 1 a 100; la diluizione 2CH significa diluire ancora cento volte la diluizione 1CH e via dicendo.
Per farla breve, quando avete in mano un farmaco omeopatico a una diluizione 15CH (diluita 15 volte per 100 volte), per bere una singola molecola di alcol del bicchierino originale dovreste ingurgitare un’intera piscina olimpica da 50 metri. In realtà le diluizioni omeopatiche sono in genere 30CH, il che richiederebbe la somministrazione di due miliardi di dosi al secondo a sei miliardi di pazienti per quattro miliardi di anni perché un paziente riesca ad assumere almeno una molecola del principio attivo.
A questo punto esistono solo due possibilità: o la chimica che fa funzionare tutto il mondo, compreso lo smalto per le unghie e la produzione della birra, è sbagliata; oppure nelle medicine omeo-patiche c’è solo acqua.
Ovviamente, se ci fossero dati che dimostrassero l’efficacia dei farmaci omeopatici (che si basano su una teoria vecchia di centinaia di anni), dovremmo mettere in discussione la chimica che fa funzionare tutto il mondo; ma questi dati non ci sono. Al contrario, tutte le volte che si valuta in maniera rigorosa l’efficacia dei rimedi omeopatici, questa risulta identica a quella del «placebo», termine con il quale si indica l’effetto psicologico indotto dall’assunzione del nulla. [...]
Dunque, chi vi prescrive (o vende) le medicine omeopatiche o non conosce la chimica (e questo per un medico è un guaio) oppure vi sta scientemente prescrivendo (o vendendo) un medicinale che non contiene letteralmente nulla. Voi fate come vi pare, ma io da certa gente sto lontano.
È vero, tutto questo ha anche un risvolto positivo: siccome le medicine omeopatiche contengono solo acqua, non hanno alcun effetto collaterale. Per cui si possono prendere tranquillamente, a patto di non tentare di sostituire con esse le cure tradizionali che hanno invece un’efficacia ben dimostrata.
Dimenticavo: se qualcuno fa pipì nell’Oceano Atlantico, quella è all’incirca una diluizione omeopatica 10CH – immensamente più concentrata delle diluizioni che trovate in farmacia – per cui è meglio sperare che l’omeopatia non funzioni.
Da "La congiura dei somari", Rizzoli 2017
PS: questo post è stato già inserito la scorsa settimana con la foto di un bimbo, di spalle, che faceva pipì nell'oceano. SIccome i soliti hanno segnalato l'immagine come pornografica (vede il mondo obliquo chi ha gli occhi obliqui) l'intero post è stato rimosso. Ora lo ripropongo con una immagine sulla quale anche i più pervertiti non riusciranno a esercitare la loro fantasia, almeno spero.


Vi invito anche a leggere l'articolo Omeopatia e Avogadro molto bello in cui viene evidenziato che per la legge di Avogadro le diluizioni notoriamente utilizzate in omeopatia possono essere considerate non contenere più nulla del principio attivo.
Ricordate: NON E' MEDICINA ALTERNATIVA, perché NON E' MEDICINA.
Cito dunque anche i passaggi salienti di questo magnifico articolo.

Una delle 3 leggi su cui si basa è quella degli infinitesimali, e asserisce che più una sostanza è diluita più è efficace. Basterebbe un minimo di buon senso e una preparazione scientifica da terza media per farsi una bella risata e passare a cose più serie, ma vediamo qual è l'implicazione scientifica alla base di questa affermazione. Le diluizioni utilizzate in omeopatia sono centesimali, ossia per ogni diluizione si prende l'1% di preparato e lo si mescola al 99% di acqua, e sono indicate da un numero seguito dalla sigla "CH". Una diluizione 1CH sarà quindi formata al 99% da acqua e all'1% dal principio attivo. Una 2CH consisterà nell'1% della soluzione ottenuta dalla precedente diluizione e nel 99% d'acqua. E così via.
E badate bene: Le diluizioni più "pregiate" in omeopatia raggiungono anche 20CH o 30CH.
L'evidente inconsistenza di una pratica del genere è talmente palese che anche gli stessi fautori di questa cosiddetta "medicina alternativa" ammettono tranquillamente che in effetti, nelle famigerate boccettine omeopatiche, di molecole di principio attivo non ce n'è traccia.
Esistono infatti altre due leggi che regolano l'omeopatia: quella della similitudine e quella della succussione. La prima si fonda sull'idea che una sostanza che causa un male può invece curarlo nella persona affetta da quello stesso male (infatti la caffeina, per dirne una, è il principio attivo dei rimedi contro l'insonnia), e credo che non serva neanche discutere sull'assurdità alla base di questo principio.
La seconda è ancora più fantascientifica. Visto che si sono resi conto anche loro che stavano spacciando acqua pura, senza neanche una molecola di principio attivo, hanno inventato la cosiddetta "succussione": ad ogni diluizione il preparato viene agitato ben bene e le molecole di sostanza diluente (generalmente una soluzione idroalcolica) subirebbero una sorta di imprinting mantenendo una "memoria" del principio attivo. Quindi, a diluizioni elevatissime come 20CH o 30CH, sebbene nella boccetta non ci sia una sola molecola di quello che c'è scritto sulla scatola, i suoi effetti originali verranno magicamente replicati, in barba a qualsiasi legge della chimica. In pratica si sono inventati una sorta di "trasferimento" degli effetti di una molecola in un'altra chimicamente diversa. E il bello è che basta scuotere una boccetta. Stupefacente, nevvero?


Ora che sappiamo tutto questo... Io soffro di insonnia. Mi rivolgo a un omeopata, quindi una persona che non crede nella scienza ufficiale ma crede nella Forza Vitale. Senza essere un omeopata, quanto segue non avrà potere perché per fare un medicinale omeopatico devo essere un omeopata; è un po' come gli sciamani, si drogano e saltano ma non tutti possono predire il futuro drogandosi e saltando. Premetto anche che l'omeopata si mette di solito in salvo dicendo che lui non è un medico perchè il medico è interessato alla malattia, mentre l'omeopata è interessato esclusivamente al rimedio.
Allora, io soffro di insonnia, quale sarà la cura? Innanzitutto, per la legge dei simili devo trovare qualcosa che abbia gli stessi effetti del sintomo, qundi prendo la caffeina. Ma la caffeina l'insonnia la fa venire, si sa, perché è uno stimolante. quindi la diluisco a 20CH in acqua, perché la diluizione aumenta il potere terapeutico del medicinale omeopatico ma per far ciò devo anche agitare bene il composto. Alla fine ottengo una boccetta di acqua in cui un tempo c'è stata della caffeina, e che è stata agitata da un omeopata e solo per questo mi dovrebbe far passare l'insonnia.
Traete voi le conclusioni.

Pensate che abbia esagerato? Leggete qua.

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