Eroico BIKER senza frontiere.
Di libri, scrittori, lettori, e dell'Italietta
Categoria: PENSIERI
Inserito in DATA: 23/05/2018 | Vai ai COMMENTI
18 maggio 2010: ricevo il mio primo ebook, un BeBook One.
Da questa stronzata.
Ragazzi: leggete, perché non c'è nulla da perdere ma solo da guadagnare.
Leggete per un semplice motivo: allena il cervello, aumenta il bagaglio culturale, permette di interiorizzare le idee e di coltivarle e farle crescere, o crearne di nuove.
L'umanità ha cominciato a crescere quando è stata inventata la scrittura: le idee saltuarie con la scrittura hanno potuto trovare delle fondamenta su cui fermarsi e strutturarsi, e le idee successive hanno potuto trovare una struttura sotto di loro per ampliarsi.
Ciò che non è scritto vola via.
E' così in ogni cosa: se uno scienziato prima di fare gli esperimenti deve studiare miliardi di pagine, chi siete voi che potete farne a meno?
La cosa è semplice: se denigrate i libri e la lettura, siete semplicemente persone che non leggono e che presumibilmente non sapete farlo.
Non è da tutti leggere: bisogna imparare a farlo, e lo si fa leggendo.
Chi non legge mai non sa farlo: chi denigra la lettura sottolinea in maniera precisa e determinata la propria ignoranza.
Quando ero a scuola usavamo, durante un'interrogazione, la classica scusa: "conosco l'argomento, ma non so spiegarlo". Una delle migliori lezioni che mi diedero gli insegnanti fu che se una cosa non sai spiegarla a voce, in realtà non la conosci. E' così: rassegnatevi.
Se padroneggi un argomento, lo sai esporre in maniera completa e comprensibile.
E' chiaro che anche la "comprensione" è un problema perché, come si dice, ad insegnare all'asino non si ottiene nulla se non perdere tempo e infastidire la bestia. Ed è proprio per questo bisogna leggere libri, perché così si impara a leggere, ovvero si impara ad andare oltre la parola scritta per comprendere l'intera frase, il suo contesto, il suo scopo.
All'università mi sono laureato con una tesi sul filosofo Donald Davidson: questo filosofo apparteneva ad una corrente della Filosofia Analitica del Linguaggio per la quale la comprensione è interpretazione e l'interpretazione suppone un rapporto triangolare tra parlante, ascoltatore, e mondo. Ora nel caso di un libro si potrebbe dire che non c'è un parlante, che l'ascoltatore è in realtà un lettore, e che il mondo è un foglio di carta: questa obiezione attesterebbe nient'altro se non la stupidità di chi la difenderebbe. Il senso del rapporto triangolare è che una frase per essere compresa va interpretata: una parola non significa di per sé nulla, è un suono, un "proferimento", e va interpretata. Non ci credete? Invece è così, perché è il motivo per cui, quando qualcuno in una frase sbaglia un termine, noi di solito comprendiamo comunque l'intera frase che avrebbe dovuto dire.
Quando si legge un libro la cosa è simile: per comprendere un libro bisogna riuscire ad uscire dalle parole scritte e ricreare il contesto che lo scrittore presupponeva, e l'intenzionalità dello scrittore nel buttare su carta le frasi: ricreare la triangolazione, interpretare le frasi, giungere alla comprensione. E' chiaro che se non si riesce a fare questo, è inutile leggere. Ma a questo punto sarebbe anche inutile parlare, e difatti al giorno d'oggi troppi parlano, e perlopiù a vanvera.
Io ho ottenuto solo benefici dalla lettura. Coi libri (pagine web stampate, manuale di officina, email) ho imparato a fare tanti lavori sulle mie moto senza nessuno a fianco che mi dicesse cosa fare. Tutto questo sono riuscito a farlo dopo aver frequentato un liceo scientifico di preti e un corso di laurea in filosofia prettamente teoretica comunque sempre teorica. Con i romanzi di fantascienza ho spesso potuto chiarirmi molte sfaccettature delle teorie scientifiche più importanti e difficili (leggete Fattore Tau Zero, ad esempio, per chiarirvi le implicazioni della famola "sigla" E=mc2). Con la narrativa ho imparato a tentare, ogni volta, di uscire dagli schemi concettuali popolari semplicistici che la vita ordinaria di tutti i giorni ti, inevitabilmente, impone.
Sfortunatamente in Italia, una nazione con una storia linguistica tra le più uniche al mondo, con una cultura letteraria invidiata e ineguagliabile, la lettura invece è in totale crollo. Un simbolo di ciò è stato il Nobel dato a Dario Fo e non al sommo Mario Luzi. Sicuramente la scelta è stata pietosa ma lì l'Italia (relativamente) non c'entra; pittosto è stato inquietante come tutti diventarono di colpo dotti citando il nome e i titoli dei "libri" di Dario Fo. Mario Luzi invece, ultima di una tradizione poetica tra le più dotte a livello planetario, nessuno lo cagò.
Oggi in Italia si parla sempre più di una inquietante e drastica diffusione degli ANALFABETI FUNZIONALI.
Tra il loro, e un ragionamento vero e proprio, c'è la stessa differenza che c'è fra il capire che l'oggetto a forma di triangolo va inserito nel foro a forma di triangolo, e il gioco del Go.
Oggi tutta la conoscenza è a portata di mano: rispetto a non tantissimi anni fa ogni cosa è studiabile. Paradossalmente, questa vicinanza della conoscenza è inversamente proporzionale alla sua diffusione tra la gente, dove invece prende sempre più piede il preconcetto ingiustificato.
La situazione è drammatica.
Ed apparentemente è senza via di uscita.
Oggi si parla sempre più di Paradosso dell'Ignoranza. Secondo me è uno degli articoli più illuminanti che ho letto.
Scoprire l'effetto Dunning Kruger è stata una cosa meravigliosa. La sintesi di questo fenomeno è: tanto minori sono le competenze, tanto minore è la coscienza stessa di questa mancanza. Citando dall'articolo de IlTascabile.it:
Le persone pochissimo esperte hanno una scarsa consapevolezza della loro incompetenza.È l’effetto Dunning Kruger: fanno errori su errori ma tendono a credere di cavarsela.
Tanto maggiore è una incompetenza, tanto minore è la coscienza di questa incompetenza, tanto maggiore è la presunzione di competenza.
Questo è ciò che accade.
Sia chiaro: non si parla di competenza, o ignoranza, in senso assoluto, ma si parla in senso generico ovvero anche in base ad alcuni ambiti specifici.
Si tenga comunque presente che l'effetto Dunning Kruger lavora anche al contrario: "i più competenti tendono a sottovalutare le proprie competenze". Questo effetto contrario, nella globalità di una società, gioca ancora più a sfavore delle competenze per cui, nel complesso, una reazione a una competenza è più timida da parte di chi la possiede, più forte da parte di chi la ignora.
1) perché si studia sui libri, e non solo oralmente?
Peccato che, ovviamente, in Italia non è più pubblicato da anni.
Lo trovate però tradotto in molte altre lingue.
Chissà perché?
Grafico diffusione analfabetismo funzionale
Materiale a corredo
Commenti all'articolo
Premetto che il sistema di commenti è mio indipendente e non prevede memorizzazione di indirizzi email o altro nel database. Si usa solo un nickname, così non rompete le balle con la privacy.
Ricordate che i commenti non saranno visibili finché io non li avrò validati.
© il sommo Bostro-X - www.BOSTRO.net
Questo sito l'ho realizzato io e quindi è proprietà intellettuale mia, e non ne concedo alcuna autorizzazione.
Visitando il sito si sottintende la presa visione delle CONDIZIONI D'USO
CONTATTI: info[at]bostro.net
Aggiornamenti via feed RSS | Torna in cima