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William Faulkner

La Grande Foresta

Ora posso sdraiarmi di nuovo nella tenda vuota, tremando, ma solo per il freddo, perché ormai non c'è rimasto niente che valga abbastanza da far tremare un uomo: solo il ricordo e la pena per questa terra che l'uomo ha liberato dalle sue paludi e denudata e privata del fiume e in appena due generazioni, cosicché dei bianchi possono mandare avanti le piantagioni e tutte le sere tornare in treno a Memphis, e i negri anche loro possiedono piantagioni e viaggiano fino a Chicago in carrozze per soli negri e vivono poi in residenze da milionari in Lakeshore Drive; questa terra dove i bianchi prendono in affitto le fattorie e vivono come negri e i negri lavorano da braccianti e vivono come animali; dove il cotone cresce alto come un uomo perfino nelle crepe dei marciapiedi, ipotecato ancor prima di essere piantato e venduto e i soldi guadagnati spesi ancor prima di raccoglierlo, e usura e ipoteche e bancarotta e ricchezze incommensurabili e tutto cresce e si moltiplica insieme finché nessuno ha il tempo di distinguere una cosa da un'altra, né gli importa.
Questa terra, disse il vecchio cacciatore. Non mi stupisce che la foresta devastata che io conoscevo non gridi vendetta. Perché sarà proprio la gente che l'ha distrutta che porterà a compimento la sua vendetta.

COMMENTO ALLA CITAZIONE:

Questo passo è meraviglioso.

Citazione inserita il 13/04/2019
Categoria: NARRATIVA

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