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Tiziano Terzani

Buonanotte, signor Lenin

Per decenni l'Occidente ha avuto paura di tutto quello che quel cadavere rappresentava e ispirava. Ora mi viene come una gran paura per quello che avverrà nel vuoto lasciato da quel cadavere. Come è possibile che tutti i sogni e le sofferenze cominciati nel 1917 coi dieci giorni che scossero il mondo siano finiti così in tre giorni d'agosto che non hanno scosso granché? Possibile che la Grande Rivoluzione d'Ottobre sia morta così, nel suo letto, a settantaquattro anni, semplicemente di vecchiaia? Finita senza catarsi? Senza resa dei conti? Sgonfiata come un pallone? Mi pare impossibile che la fine di quella lunga storia di illusioni e di assassinii, di speranze e di orrori sia tutta qui, in questo spegnersi come di un fuoco. Forse che il peggio ha ancora da venire?

COMMENTO ALLA CITAZIONE:

La riflessione nasce mentre Terzani si trova, alla fine del suo viaggio, a visitare il mausoleo di Lenin contenente la sua salma mummificata. Quando dunque dice quel cadavere inizialmente si rivolge al cadavere di Lenin che però, per antonomasia, il cadavere dell'Unione Sovietica appena deceduta.

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Categoria: NARRATIVA

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