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La triste fine di una canna da pesca Caperlan 400 di Decathlon

Categoria: PESCA

KEYWORDS: pesca | racconti |
Inserito in DATA: 04/06/2017 | Vai ai COMMENTI
Si si... menavo tanto la viola che io ero un pescatore disinteressato al pescato e interessato solo al relax e alla pace di una camminata lungo i fiumi, come forse avete letto qui... e invece erano tutte fandonie!
Appena fatta la licenza, a marzo, siccome la settimana dopo c'era l'apertura della pesca sono corso alla Decathlon e comprai la mia prima canna, una Caperlan Vari 400 Set Pesca ovvero una canna da 4mt di lunghezza con mulinello.
Tornai a casa, via su Youtube per scovare istruzioni su come fare su il filo, montare ami pesi e similli...
E' stata la mia prima canna, e proprio per questo è stata sfortunata.
Ma andiamo con calma. Con quella canna feci le mie prime pescate, ma si palesò subito un problema: non era trasportabiel in moto.
Da chiusa, nonostante fosse telescopica, era infatti lunga circa 1m e quindi era trasportabile solo nello zaino, da solo, e comunque era una bella antenna che mi spuntava dalla schiena.
Se però ero con la morosa (99% delle mie uscite) c'era il problema del bauletto.
Si palesò dunque la necessità di comprare una canna corta e così sempre alla Decathlon comprai la Caperlan Essential 240 da 2,4mt sempre telescopica che da chiusa è lunga circa 50cm e sta anche nel bauletto.
Cominciai così a usare sempre più spesso quest'ultima canna, e quindi quelle poche volte che riprendevo in mano la canna da 4mt mi ritrovavo impacciato nei movimenti. Nel fiume ha vantaggi e svantaggi: vantaggi perché puoi manovrare il filo più lontano; svantaggi perché quando la muovi inevitabilmente finirai contro tutti i milioni di cespugli e rami che ci sono sul bordo di un fiume.
Domenica 4 giugno io e la morosa decidemmo di andare a esplorare una nuova zona dello Stella che non avevamo mai esplorato. Andammo in macchina per vari motivi, e così non so perché, nonostante sapessi che saremmo andati in mezzo agli arbusti, decisi di portarmi via la canna grande che non usavo da un po'.
Fu subito un dramma. usavi l'artificiale e le ancorette mi si incastrarono dappertutto, passai al cucchiaino che ha un'ancoretta sola ma stesso risultato. Rimontai l'amo e fu un macello minore, ma sempre un macello.
A un certo punto lanciai e mi finì tutto sopra a un grumo di alghe che galleggiava sull'acqua, si incastrò, si mollo e mi si fiondò su un albero, recuperai e mi si incasinò il filo metà sbobinato... bestemmia a lungo, tanto, e potentemente.
Con calma risistemai tutto, montai un nuovo amo e piombo, e subito mi si incastrò tutto in un cespuglio, un macello.
Altri 5 minuti e stavo bestemmiando sempre più in egual modo, stavo impazzendo, venivo fuori dai soliti casini al lavoro e così ero esaurito e lo ero sempr epiù. E di pesci, inoltre, non c'era l'ombra.
A un certo punto per snodare il filo sbattei la canna su un albero, mi girò il cazzo e la richiusi per lavorare meglio e mi accorsi che il cimino era piegato.
Avrei dovuto fermarmi.
Ma non lo feci.
Provai a raddrizzarlo, e mi restò in mano.
Dioboe.
Chiusi la canna e tornai dalla morosa incazzato nero, eravamo lì da mezz'ora ed ero completamente esaurito.
Lei continuava  a pescare e io non sapevo cosa fare, così deciso di fare qualche tiro sfruttando solo parte della canna senza il vettino... Il problema era (non lo immaginai subito, né mi venne in mente di sfilarlo da sotto) il mondo di canna senza il passante: provai due lanci ma il filo mi si fece su sullo spezzone liberò, si sbobinò mezzo mulinello ed a quel punto esplosi come una Supernova.
Urlai un cane agli dei, mi girai, e scaraventai la canna contro un albero spezzando la parte superiore, comincia a urlare e la scagliai ancora contro l'albero.
Poi con una pedata ruppi la parte mediana.
Con la coda dell'occhio vidi la mia morosa, poco distante, guardarmi con un misto di compassione ma forse più di paura.
Ormai, però, non potevo più fermarmi: ne ero cosciente, dovevo lasciar sfogare la rabbia.
Il danno era ormai fatto.
Spezzai l'ultimo pezzo di manico sul ginocchio.
Mi girai trovai un tronco, lo presi e cominciai a sbatterlo sui rimasugli sfilacciati di carbonio della mia povera Vari 400.
A quel punto sbattei tutto a terra e mi fermai.
Mi resi conto che, come per miracolo, non mi ero tirato l'amo in un occhio.
Lo smontai e lo misi nella mia scatola porta minuteria.
Smontai il mulinello, misi la canna in bella vista a memento per futuri pescatori, e rifacendo la bobinatura e poi bloccando il filo nel salvafilo andai dalla morosa, che era nella stessa posizione.
"La canna si è rotta" dissi.
Mi gira, e mentre ci incamminavamo con una ulteriore bestemmia scagliai il mulinello al suolo.
La mia morosa lo raccolse e disse "Questo è meglio che lo tenga io" ma il suo tono imperioso non riuscì nell'intento.
In silenzio, pensai che l'unica certezza era che quell'ultimo pezzo della Vari andava estinto.
Dopo qualche minuti le dissi "Mi dai il mulinello, che guardo se l'ho rotto?" - Lei pensò che mi ero calmano "Certo", rispose.
Lo rigirai per assicurarmi che fosse intatto, quindi con uno scatto urlai "Vaffanculo dio porcoooooo" e lo scagliai alto verso il fiume mentre la mia morosa, colta alla sprovvista, fece un inutile tentativo di disarmarmi urlando "Fermati coglione!". Il mulinello fece un lungo arco nell'aria e si inabissò nel Fiume Stella.
Nulla più mi restava della Vari 400.
Pesca=Calma un cazzo.
Pesca=Cervello del Bostro sempre fottuto.
Sempre.

Addio, canna da pesca completa Vari 400. Il nostro è stato un rapporto breve, e pieno di contrasti. Mi hai minacciato, e io ti ho annientata.

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